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Regione Calabria, a breve bando per 537 posti nei Centri per l’impiego della regione

Serviranno sia diplomati che laureati triennali, il bando non è stato ancora pubblicato. La Regione è già in ritardo e il ministero sollecita la riduzione dei tempi.

La Regione Calabria a breve pubblicherà un bando di concorso per l’assunzione di 537 unità nei Centri per l’impiego. Il Dipartimento Lavoro, Sviluppo Economico, Attività Produttive e Turismo della Regione fa sapere che è stato adottato il Piano Regionale Straordinario di Potenziamento dei Centri per l’Impiego e delle Politiche attive del lavoro. Lo riporta il portale concorsi-pubblic.org.

Il bando non è ancora disponibile ma le figure richieste saranno sostanzialmente due: assistente e specialista per il mercato del lavoro. La Calabria sotto questo aspetto è già in ritardo, ecco perchè adesso potrebbero essere accorciati i tempi.

In Calabria si contano 15 CPI. Le sedi sono a: Reggio Calabria, Rossano, Serra San Bruno, Soverato, Vibo Valentia, Castrovillari, Catanzaro, Cirò Marina, Corigliano Calabro, Cosenza, Crotone, Gioia Tauro, Lamezia Terme, Locri e Paola. Per avere ulteriori informazioni, è necessario collegarsi sul sito ufficiale della Regione Calabria.

La tirata di orecchie del sottosegretario Accoto

Sulla questione delle mancate assunzioni, seppure autorizzate dallo Stato, interviene Rossella Accoto, sottosegretaria al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. “E’ inaccettabile che le Regioni, pur in presenza di assunzioni già autorizzate, non facciano il proprio dovere. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia si prendano le proprie responsabilità. Sempre dalle comunicazioni ufficiali pervenute al ministero dalle Regioni sappiamo che entro fine anno entreranno solo altre 422 risorse già comunicate, auspico per questo che vengano avviati al più presto ulteriori bandi per ridurre il ritardo accumulato. La pandemia non può essere più una scusa per bloccare il potenziamento dei Centri per l’impiego. Il mercato del lavoro non aspetta, dietro a questa attesa ci sono migliaia di persone che pagano in prima persona, vedendo frustrate le loro possibilità di reinserimento lavorativo”.