Opinioni

Convivere con il virus, ecco perchè il Green Pass è necessario e Draghi lo vuole

Per certi versi questa estate è un po’ anomala rispetto a quelle che erano le previsioni di chi sperava a una liberazione totale dal maledetto virus.

Si voleva godere di più libertà e, quindi, subire meno restrizioni, ed invece siamo ancora legati alle vaccinazioni, alle mascherine e al distanziamento per tenere lontano il coronavirus nelle sue diverse varianti.

Piaccia o non piaccia se il virus è destinato a diventare endemico, come ci dicono tanti scienziati, dobbiamo abituarci a conviverci e a difendersi da esso con tutti i mezzi a nostra disposizione. Siamo davanti a una nuova era dell’umanità, in cui occorre tutelare la salute di tutti e difenderci dall’invasione del covid che è tornato a far paura in tutto il mondo. Basti pensare alle Olimpiadi blindate di Tokio per capire la dimensione di quello che stiamo affrontando dopo quasi due anni dal suo inizio.

Senza obbligo vaccinale (nessuno lo vuole), a ciascun cittadino verrà rimessa la libertà di scegliere come attraversare questa nuova epoca della pandemia. Dal punto di vista economico il ragionamento appare semplice: un’ulteriore chiusura diffusa e generalizzata sarebbe devastante e forse fatale per molte attività, molto più di quanto non lo sia stato finora.

E allora che fare? La proposta che Draghi e il Governo ci danno è quella di una certificazione che ci dica se un cittadino, in qualche modo (vaccino, tampone) sia esente dal rischio di diffondere il virus. In questo senso il Green Pass è l’unico strumento attendibile. Pertanto non resta che limitare la fruibilità di attività e servizi a chi può permettersela senza mettere a rischio la propria e l’ altrui salute.

Qualcuno parlerà di diritti violati e discriminazioni, di costrizione, ma in realtà chi non si vaccinerà sarà libero di farlo, ma anche di subirne le conseguenti limitazioni. Nessuno dei no vax e dei contrari al Green Pass è riuscito a spiegarci una alternativa valida.

D’altra parte è chiaro che dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto Covid, si parla del 5 agosto prossimo, che il governo Draghi si appresta a varare, se soltanto con il Green Pass potremo recarci al ristorante al chiuso, al cinema, al teatro, negli stadi o in discoteca, in palestra o in piscina, nessuno farà salti di gioia davanti a un vulnus democratico e alle libertà costituzionali. Libertà che, però, devono sempre essere comparate e possono essere limitate davanti a interessi e diritti collettivi superiori, come appunto quello della salute.

D’altra parte una scelta è data: chi vuole usufruire dei servizi, andare allo stadio o in discoteca può sempre farlo vaccinandosi o effettuando un tampone nelle 48 ore. Ogni scelta ha i suoi pro e i suoi contro.