Politica

Riforma giustizia, parte a Vibo la campagna della Lega per i referendum: dove firmare

Da oggi in diverse località del vibonese, ma anche in tanti altri centri della Calabria, sarà possibile sottoscrivere i sei quesiti per cambiare la giustizia.

Parte anche in Calabria la campagna referendaria sulla giustizia. Da ieri, primo luglio, si possono cominciare a sottoscrivere nei municipi i sei quesiti sulla giustizia, promossi dalla Lega e dal Partito Radicale, mentre da oggi partono gazebo e banchetti.

Anche a Vibo Valentia e provincia la campagna di raccolta firme della Lega per i referendum sulla giustizia. Appuntamento venerdì 2 luglio a Tropea (piazza Santa Chiara ore 16,00-20,00) e a Serra San Bruno (piazza San Giovanni, ore 10,00- 20,00), sabato 3 luglio a Vibo Valentia (corso Vittorio Emanuele III, 9,00-13,00) e Serra San Bruno (piazza Azaria Tedeschi, 10,00-13,00); domenica 4 a Mesiano di Filandari (piazza Nicola Maccarone, ore 9,00-13,00), e Vibo Marina (Lungomare Colombo, ore 18,00-21,00). Nel weekend successivo saranno presenti gazebo anche in altri comuni della provincia che verranno successivamente comunicati.

Da domani i vibonesi potranno firmare ed essere protagonisti di una grande riforma della Giustizia. Obiettivi della Lega sono processi veloci, certezza della pena, stop alle correnti, giustizia giusta e equo processo per tutti.

“La nostra è una battaglia di libertà afferma il referente provinciale Michele Pagano -, per abolire ingiustizie e privilegi e ancora una volta i nostri militanti e sostenitori si impegnano per questo sul territorio. Comincia una grande battaglia di democrazia e libertà senza steccati ideologici, nell’interesse dei cittadini”.

Sei sono i quesiti proposti al popolo italiano, dalla riforma del Consiglio superiore della Magistratura alla responsabilità diretta dei giudici, all’equa valutazione dei magistrati alla separazione delle carriere, dai limiti agli abusi della custodia cautelare all’abolizione della legge Severino. I cittadini italiani con le loro firme – ne servono cinquecentomila a quesito di qui a metà settembre – e poi con il voto della primavera 2022 potranno decidere democraticamente un’autentica rivoluzione.