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Ponte sullo Stretto, Calabria e Sicilia sollecitano Draghi: usi il Recovery Fund

La grande infrastruttura ideata per collegare stabilmente le due regioni, potrebbe nuovamente tornare uno degli obiettivi del Governo.

Si farà o non si farà la riesumazione dell’antico progetto per collegare finalmente Sicilia e Calabria in maniera stabile e veloce? Con il possibile utilizzo dei soldi del Recovery Fund , l’idea sta riprendendo nuovamente quota. Non sarà facile, ma non è stato mai facile, ma è giunto il momento di fare un passo deciso verso la realizzazione di un’opera strategica non solo per le due regioni interessate, ma per tutto il Meridione.

Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, durante l’intervento agli Stati generali delle città del Sud organizzato dal ministro Mara Carfagna, ha chiesto di intraprendere ogni iniziativa utile per inserire l’opera nel Recovery Plan“Siamo di fronte ad un piano straordinario per il quale le città giocano un ruolo importante. Messina ha presentato un piano di investimenti per 662 milioni di euro All’interno ci sono tutte le opere collegate al Ponte sullo Stretto per oltre 1.6 miliardi di euro, spese già pagate dallo Stato, che gridano vendetta e dovranno esseri utilizzati tra le due sponde.”.

Il Ponte sullo Stretto di Messina è l’unico progetto che può partire nel Sud, parere di Pietro Salini,’amministratore delegato di Webuild, il gruppo che ha acquisito, insieme a Impregilo, anche il progetto di Eurolink per il ponte sullo Stretto che fu approvato a inizio anni Duemila prima di essere affossato dal Governo Monti. «E’ impossibile immaginare un treno ad Alta Velocità tra Napoli e Palermo – spiega Salini – che si deve fermare a Reggio Calabria per proseguire in traghetto fino a Messina». L’opera inoltre può dare lavoro a «oltre 100mila persone» al Sud.

«Noi siamo pronti a partire anche subito – aggiunge Salini – e a creare nuova occupazione nel Sud per ottimizzare il collegamento delle linee ad alta velocità da Napoli fino alla Sicilia».