Cultura

Nicola Gratteri a Vibo: Dobbiamo stanare chi si ammanta di legalità e poi va a cena con avanzi di galera”

Il procuratore di Catanzaro ha presentato il libro scritto a quattro mani con Antonio Nicaso, ma poi ha finito per spaziare su temi di attualità e giustizia.

Doveva essere la semplice presentazione di un libro, scritto a quattro mani con Antonio Nicaso, ma quando c’è Nicola Gratteri il discorso finisce sempre per allargarsi. Così il procuratore della DDA di Catanzaro alla fine ha affrontato un discorso ad ampio respiro, pur partendo dal libro “Non chiamateli eroi”, presentato a Vibo Valentia in una piazza Antico Collegio, nel cuore storico della città, gremita di gente.

L’incipit, ovviamente, non poteva non partire dagli argomenti del libro, coloro che hanno lottato contro la mafia e perso la vita per difendere lo Stato.

«Paolo Borsellino, pur avvertendo avvicinarsi la morte – ha affermato Nicola Gratteri -, ha lavorato fino alla fine. Si poteva evitare quella morte e non abbiamo fatto ciò che era possibile, contrariamente forse a quella di Giovanni Falcone che ormai lo si pensava quasi in pensione rispetto alla prima linea quando, in realtà, nel momento in cui non ha fatto più il giudice, stava attuando una serie di riforme che ci sono servite, che ci servono ancora, che stiamo utilizzando e che qualcuno sta cercando di smontare».

La serata è stata introdotta da Gilberto Floriani, direttore onorario del Sistema Bibliotecario Vibonese, dal procuratore di Vibo Camillo Falvo e dal sindaco Maria Limardo,

Subito dopo,Gratteri è entrato dritto nella più stretta attualità dei temi riguardanti la giustizia.

«In questo periodoha detto Gratteri – sto pensando un po’ male, sono arrabbiato perché si stanno facendo ragionamenti un po’ strani su cose per le quali Riina, con le sue bombe, non è riuscito a mettere in discussione. Oggi, su certe riforme, come l’ergastolo, vedo che se ne parla quasi con distacco e questo mi preoccupa».

Il procuratore ha poi sottolineato come in questo momento di grande impegno nel contrasto al Covid, si stia «discutendo, si stanno scrivendo bozze, facendo ragionamenti, studi sulle verifiche da apportare a ciò che ci ha detto la Corte Costituzionale, a ciò che ogni sei mesi ci dicono i rapporti sulle carceri italiane e ho letto dei virgolettati, non smentiti da alcuno, che con i soldi del recovery plan si devono ristrutturare i penitenziari esistenti e che se esiste un problema di sovraffollamento lo si risolve applicando le misure alternative. Non mi pare essere, questa, una grande novità della politica italiana degli ultimi 60 anni. E quindi direi di stare attenti, di protestare e contestare, ciascuno nel proprio ruolo e funzione, ma non accettare supinamente ciò che si sta progettando».

Gratteri ha poi affondato un colpo contro il falso perbenismo che nasconde dietro la maschera ipocrisia e falsità. «Conosco molta gente – ha detto – che davanti a me recita la parte di quello che si impegna nella legalità e, al contempo, so che partecipa a cene con avanzi di galera e con chi per caso non è in carcere. Allora dobbiamo stanarla, perché fa danni, come anche quella che si inventa storie di antimafia. Dobbiamo essere feroci con queste persone, non consentendo loro di prenderci in giro, impegnandoci ad essere più intransigenti e duri, meno tolleranti».

«Magari se parlassi di meno farei più carriera – ha quindi aggiunto Nicola Gratteri -, ma di questo m’interessa poco perché sono abituato a dire le cose che ritengo vere in faccia».

Non è mancato il riferimento a Vibo Valentia Capitale Italiana del Libro: «un segno d’attenzione perché qui c’è stata da sempre questa attenzione alla lettura, ma adesso è anche importante che si capitalizzi, creando progetti e strutture coinvolgendo il più possibile i ragazzi».

Le foto sono di Guido Milli