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Marcello Colloca nel ricordo del sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo

Si sono svolti questa mattina, 23 settembre, i funerali nella chiesa di S. Maria la Nova

Ho appreso con commozione della scomparsa dell’Avvocato Marcello Colloca, un vibonese illustre un uomo di cultura attaccato alla Città della quale menava vanto in ogni occasione. Innanzitutto un amico, un caro amico. Un uomo generoso, con una energia vitale non comune e un respiro che è andato oltre i confini regionali e nazionali impegnato senza sosta, com’egli era, a spendersi non solo nel nome dell’avvocatura in cui credeva e di cui era esempio di vita ma soprattutto in ambito sociale, sempre pronto e disponibile ad andare incontro a quella umanità dolente cui spesso generosamente dedicava lunghe ore di nobile lavoro.

Chi non lo ricorda per una cortesia, un insegnamento o un semplice consiglio. Lo ha sempre contraddistinto uno straordinario rigore, quello stesso che, spesso invano, ricercava negli altri. Infaticabile nell’impegno che profondeva nei prestigiosi incarichi che lo hanno visto autorevole e orgoglioso rappresentante della più autentica vibonesità e dell’avvocatura che oggi lo piange e che lo addita alle future generazioni come esempio e modello di chi opera con serietà e impegno avendo come obiettivo non solo la toga e la difesa, ma un operato ispirato a finalità etiche, sociali e culturali.

Fu tra i fondatori del Museo Capialbi e il suo nome è indissolubilmente legato alla frizzante Vibo Valentia che negli anni ’70 pullulava di uomini e donne della più variegata cultura, letteraria, teatrale e dello spettacolo e di cui Marcello Colloca era spesso protagonista e sempre assiduo frequentatore. Ed è in quel periodo che affonda le radici più autentiche quella indiscussa tradizione culturale di cui la Città gode in Italia e nel mondo.
Era anche un giornalista e amava scrivere. Puntiglioso e profondo nei suoi atti, tenace e indomito nella difesa sempre strenuamente indirizzata alla ricerca della soluzione.
E’ stato un faro giuridico, il Collega cui affidare le proprie questioni personali e quello da interpellare per le dispute più inestricabili e complesse. Per tutti una parola buona o di conforto, per molti il rimprovero della poca attenzione o dello scarso impegno. Consegnava al Giudice i suoi fascicoli come si consegna uno scrigno, geloso custode delle ragioni del cliente e della vittoria, amava dire che quando ha iniziato la pratica gli erano stati consegnati un ago, un punteruolo e mezzo metro di spago per imparare a fascicolare, un’arte che esercitava come pochi e che il processo telematico gli aveva fatto diventare un dolce nostalgico ricordo.
Facile alla tenzone del contraddittorio non lesinava una battuta ironica, teneva alta la dignità dell’Avvocato al cospetto del Giudice nei cui confronti nutriva profondo rispetto non mancando tuttavia di contrastare con fierezza chi non avesse rispettato le prerogative della difesa.
Elegante e sobrio non ha fatto mancare gesti di autentica generosità alla sua Paravati ed in tutte le comunità in cui si è distinto per passione e professionalità, ha conosciuto sin da bambino la nostra Natuzza e si è fatto promotore della Fondazione Cuore Immacolato di Maria.
Ha ricoperto ruoli di primaria importanza portando prestigio al nome della Città di Vibo Valentia e del suo Foro che ha orgogliosamente rappresentato negli scranni più alti dell’avvocatura nazionale ed europea, nel lungo percorso presso la Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense dov’era Vicepresidente Vicario, o nel Comitato Unico Professionisti, o nell’Unione Regionale delle Curie, o nel locale Consiglio dell’Ordine o ancora nei molti altri impegnativi ruoli di cui è stata costellata la sua vita.
Per questo godeva della stima incondizionata della classe forense e di quella diffusa anche tra la gente perché nella sua vita emergeva sempre forte l’esigenza del riscatto sociale a favore degli ultimi e degli emarginati che non esitava ad accogliere fin dentro la sua casa.
Una vera guida di pensiero che se ne va con lo stesso stile sobrio ed elegante con cui ha vissuto.