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L’industria metalmeccanica e l’Autorità Portuale per rilanciare il porto di Vibo Marina

In dieci giorni approdate tre navi cargo, in porto c’è la Esen battente bandiera Panamense e diretta a Panama, ma la struttura va adeguata.

Il porto di Vibo Marina può recitare ancora un ruolo importante nel Mediterraneo, lo testimonia ancora una volta l’importanza della struttura per una delle eccellenze della Calabria, mai fin troppo messe in evidenza: la metalmeccanica vibonese. Un’ indusitra in grado di produrre ed esportare in tutto il mondo prodotti e macchinari di qualità e tecnologicamente all’avanguardia, naturalmente utilizzando il porto per spedire in giro per il globo i prodotti il cui know how della nostra terra è tuttora ritenuto tra i migliori al mondo.

Così in appena dieci giorni sono approdate a Vibo Marina tre navi cargo, una media incredibile se si pensa che in uanno questo tipo di traffico commerierciale è calato negli ultimi anni a una media di dieci navi in 365 giorni. Ovviamente si tratta non dei giganti del mare, ma di navi in grado di trasportare anche oltreoceano i prodotti made in Vibo Valentia.

Sette giorni fa è partita la Arctic Rock, due giorni gìfa ha attraccato ed è pronta a ripartire la Esen, cargo battente bandiera panamense, che trasporterà in Nigeria ben 286 colli contenenti macchinari ed altre attrezzature per una raffineria. La Esen, per esempio è lunga 130 metri e larga 16.

Si tratta di macchinari e attrezzature prodotti dal Nuovo Pignone, oggi di prporietà della americaba Baker & Hughes. La società statunitense ritiene lo stabilimento di Porto Salvo strategico, tanto da avere investito di recente per rfenderlo in grado di produrre anche delle turbine. E che il prodotto sia ritenuto eccellente lo testimonia il fatto che la Arctic Rock ha caricato qualche giorno fa dei pezzi da assemblare per delle torri da oltre 1200 tonnellate per l’estrazione di metano liquido, destinate al Texas, praticamente nella patria della casa madre.

Prodotti, questi, che non si sono potuti assemblare a Vibo Marina e che hanno visuuto una tappa intermedia a Massa Carrara prima di partire definitivamente in direzione Stati Uniti.

L’auspicio è che l’Autorità Portuale faccia finalmente gli investimenti necessari al rilancio del porto di Vibo Marina, che è e resterà polifunzionale, ma a cui manca ancora un vero approccio con la crocieristica. I soldi (forse) in parte ci sono, basta sbloccarli, ma occorre finirla con i rimpalli di responsabilità e lavorare per ridare fiato ad una infrastruttura che può ridare slancio all’intera provincia vibonese.