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Il porto di Vibo Marina nell’Autorità Portuale di Gioia Tauro? Il futuro è anche commerciale

Alla banchina Bengasi è approdato oggi, mercoledì 28 aprile, il carco l’Arctic Rock, imbarcherà macchinari del Nuovo Pignone diretti in Texas.

Tre giorni fa il cargo Bbc Song, battente bandiera portoghese, oggi mercoledì 28 aprile l’Arctic Rock, sono approdate alla banchina Bengasi del porto di Vibo Marina. Lo scalo vibonese torna ad essere approdo di due navi per il trasporto di macchinari prodotti nello stabilimento Baker & Hughes (Nuovo Pignone) che ha sede nell’area industriale di Porto Salvo. Chi dice che l’importante infrastruttura non abbia un futuro nella navigazione commerciale, sbaglia. In effetti, l’industria metalmeccanica continua a produrre macchinari che vengono inviati in ogni parte del mondo, e se tre giorni fa hanno preso la via del medio-oriente, questa volta sono diretti addirittura in Texas.

Im macchinari prodotti a Vibo Valentia e diretti in Texas

Per i curiosi, possiamo aggiungere che la Actic Rock è lunga 90 metri e larga 15, e batte bandiera olandese.

A questo deve aggiungersi che ogni anno giungono in porto circa 150 navi petroliere. Qualche anno fa il traffico commerciale era ancora più rilevante, basti pensare alle navi che rifornivano il cementificio e a quelle dei cereali. Oggi qualcosa è rimasto ed è ancora rilevante nonostante di investimenti per migliorare l’accoglienza se ne siano visti pochi, così come non sono migliorati i collegamenti con l’entroterra e con l’autostrada.

Il porto di Vibo Marina – ci dice Mino De Pinto, ormeggiatore nonché coordinatore cittadino della Lega – ha ancora un futuro polifunzionali, ma occorre al più presto intervenire per sbloccare i finanziamenti e trovarne altri. Oltre ad approdo turistico e peschereccio ha ancora un senso pensare ad un futuro commerciale ed anche crocieristico. La speranza è che il prossimo ingresso nell’Autorità portuale segni una svolta decisiva”.

Il cargo Arctic Rock ormeggia nel porto di Vibo Marina

Una svolta attesa da tanto, troppo tempo. Di parole se ne sono spese tante, ma di fatti se ne sono visti pochi in un porto ingessato tra competenze statali e comunali mai comprese fino in fondo. Trascurato dalla Regione che ogni anno incassa circa 24 milioni di accise (il 10% dei 240 milioni incassati dallo Stato) dai carburanti e nulla restituisce al territorio. Di questa enorme ssomma di denaro che ogni anno produce il porto, alla struttura e al Comune non arriva neanche uno spicciolo.

La speranza è che il passaggio sotto la governance dell’Autorità di sistema portuale del Tirreno meridionale con sede a Gioia Tauro sia rapiodo. Il commissariamento dell’Authority calabrese, durato ben cinque anni, è terminato, dopo la designazione fatta di recente dal ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, con la nomina da parte del presidente Nino Spirlì, avvenuta l’altro ieri, dell’ammiraglio Andrea Agostinelli (già commissario), a presidente dell’AdSP di Gioia Tauro.

In questo contesto, Vibo Marina può giocare ancora un ruolo importante per la portualità calabrese ed italiana, ma occorre crederci e trovare i giusti attori per una rinascita, che lo tolga dalla marginalità in cui è finito in decenni di colpevole decadenza.

Per Vibo Marina, oltre alle attività tradizionali, andrà sviluppata una nuova “vocazione” che già in qualche modo è iniziata da qualche anno: quella di fungere da collegamento con le Eolie e la Sicilia. Oltre alla ripresa della crocieristica, con transhipment dei turisti provenienti dall’aeroporto di Lamezia Terme, con un miglioramento dei collegamenti ferroviari e automobilistici. Se la provincia di Vibo Valentia è una provincia turistica, anche su questo occorrerà puntare.

L’aliscafo per le isole Eolie della Liberty Lines a Vibo Marina. Anche quest’anno avrà due corse settimanali dal 15 giugno