Opinioni

La terra brucia… Ma rimaniamo indifferenti dinanzi alle conseguenze dei cambiamenti climatici

Assistiamo inermi al dramma di questi giorni, mentre le previsioni sono ancor più preoccupanti a causa di danni ormai irreversibili

La terra brucia, e mentre l’ONU dichiara che siamo in codice rosso, migliaia di ettari in tutto il mondo scompaiono, lasciando spazio alla disperazione di popoli, di imprenditori e dei pochi sensibili verso l’ambiente. Interi ecosistemi rasi al suolo per sempre. Ai più piccoli si insegna che un albero impiega x anni per crescere ma che basta un attimo affinché si distrugga. Ebbene si, da sempre la sensibilizzazione deve partire dalle basi, perché per gli adulti è ormai troppo tardi. Buona parte dell’umanità rimane inerme, indifferente difronte ad uno scenario apocalittico ormai annunciato da tempo. Certo perché nelle previsioni di studiosi si parla di scenari oscuri, con molta probabilità il countdown è iniziato, i danni sono irreversibili. E allora? Da due anni il globo è attanagliato da una pandemia, causata dal virus della SARS2, ma per i molti increduli la pandemia è frutto della fantasia di molti folli. Lo stesso esempio potrebbe essere riportato per i cambiamenti climatici, per molti non esistono! Strano e aberrante, visto i danni a cui stiamo assistendo e alle stime a dir poco devastanti.

Nella review scritta da Linares C. et al. (2020) dal titolo: “Impacts of climate change on the public helath of the Mediterranean Basin population – Current situation, projections, preparedness and adaptation” viene descritto l’impatto dei cambiamenti climatici sulle popolazioni del mediterraneo.

Il Bacino del Mediterraneo sta attraversando un trend di riscaldamento con estati più corte e calde, un aumento nella frequenza e severità di ondate di calore, cambiamenti nelle precipitazioni e una riduzione nella quantità di acqua piovana.

L’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute delle popolazioni si avrà direttamente attraverso il calore estremo, siccità o tempeste, o indirettamente attraverso il cambiamento della disponibilità idrica, approvvigionamenti alimentari e loro qualità, inquinamento dell’aria e altri fattori di stress.

I principali effetti sulla salute sono correlati agli eventi meteorici estremi (che includono temperature estreme e inondazioni), malattie legate al clima e cambiamenti nelle condizioni ambientali e sociali.

Il cambiamento climatico colpirà i settori vulnerabili della regione, compresa una popolazione sempre più anziana, con una percentuale più elevata di persone affette da malattie croniche, nonché la popolazione povera, che sono quindi più sensibili agli effetti delle temperature estreme.

Il Gruppo interdipartimentale sui cambiamenti climatici (IPCC) è più chiaro che mai: molti dei danni causati sono ormai irreversibili e proseguiranno per centinaia di anni!

È in fase di preparazione il 6° rapporto composto da tre parti, lo scorso 9 agosto è stata resa pubblica la prima delle tre parti che rende visibili le nuove conoscenze scientifiche rispetto al rapporto precedente.

Tra i risultati emergono dati più che allarmanti:

– La temperatura della superficie media globale è di 1,09 °C superiore rispetto a circa un secolo fa;

– la concentrazione atmosferica di anidride carbonica è la più alta degli ultimi 2 milioni di anni;

– il livello medio del mare è aumentato in modo più veloce a partire dal 1900 rispetto che ad altri;

L’influenza umana sta rendendo gli eventi climatici estremi più frequenti e gravi, come può essere il caso di ondate di calore, forti precipitazioni e siccità. Nel sesto rapporto dell’IPCC si valuta una probabilità superiore al 50% che 1,5°C di riscaldamento vengano superati negli anni successivi al 2030, in anticipo rispetto a quanto dichiarato nel precedente rapporto sul riscaldamento globale. Inoltre si stima che la soglia di 2°C sarà superata durante il ventunesimo secolo se le emissioni non verranno ridotte/azzerate.

Solo se si raggiungeranno emissioni di anidride carbonica pari a zero intorno alla metà del secolo, sarà possibile che l’aumento della temperatura globale si attesterà su 1,5°C, quindi (ripeto) il danno è diventato già irreversibile!

È chiaro che l’unica strada da intraprendere è quella del blocco delle emissioni generate da attività antropiche.

In merito al ciclo idrologico saranno sempre più frequenti fenomeni siccitosi e di precipitazioni intense o queste ultime saranno più variabili sia a livello stagionale che di anno in anno.

L’egoismo dell’umanità ci ha portati al punto di non ritorno. Con la speranza che il mio contributo sia da corollario a quello di tante altre persone/studiosi sensibili affinché ci si unisca per il bene dell’umanità.

Come disse François Mauriac: “è inutile per l’uomo conquistare la Luna, se poi finisce per perdere la Terra”.