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In fila per ore sotto il sole di agosto per fare un tampone al PalaMaiata di Vibo Valentia

Capita anche questo in queste roventi giornate di agosto: attendere per ore sotto il sole che brucia per fare un tampone e, poi, sentirsi rispondere: “Non è in elenco”.

In questo senso riportiamo la testimonianza di Enzo Comerci, vice Presidente di Azione Democratica per il Vibonese, il quale stamattina è incappato in questa disavventura. Ecco cosa ci ha scritto.

Anche questa mattina, come lunedì scorso, da dipendente del Comune di Nicotera sono stato convocato presso il Palazzetto “PalaMaiata” di Vibo Valentia per fare il tampone molecolare di controllo. Dopo un paio d’ore sotto il sole, a 33 gradi, arrivato alla “tenda da accampamento” l’operatrice dopo aver guardato il foglio che avevo compilato, quindi guardando un elenco, mi dice: ma lei non c’è nell’elenco, che è venuto a fare? Rispondo: mi è stato comunicato di sottopormi oggi a controllo, anche se ero stato negativo al tampone di lunedì e a tutti i tamponi effettuati in precedenza, e gli faccio vedere la comunicazione.

Risponde: non si capisce niente. Appunto: non si capisci nenti!  Ora, aldilà del disguido, mi chiedo: è mai possibile che si convocano le persone, anche con problemi di salute ed anziani, in pieno agosto, con temperature proibitive, costretti a fare la fila per ore, in macchina quando a fianco c’è una grande struttura che poteva essere utilizzata sia per i cittadini convocati, che avrebbero atteso comodamente sedute ed anche per gli operatori sanitari che avrebbero potuto svolgere il loro importante servizio in modo più agevole e produttivo e non da terremotati. Ma questo i fumosi dirigenti dell’Asp non possono capirlo perché, sicuramente, i loro tamponi se li sono fatti fare in modo comodo e senza attesa.

Non sarebbe male se si obbligassero, questo signori, a fare un tampone di controllo facendo l’estenuante fila dei comuni mortali, sotto il sole cocente, magari con una macchine in cui l’aria condizionata non funziona come succede a tanti, forse dopo capirebbero che le persone, tutte le persone, vanno rispettate sempre e comunque”.