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Draghi promette riaperture, ma non c’è una data. Il gruppo Zona Bianca non si ferma: Andremo a Roma

Il premier apre all’ipotesi di un nuovo devreto legge che preveda le riaperture. Intanto i ristoratori vibonesi e altri operatori annunciano una manifestazione per il 13 aprile.

L’incontro tra Draghi e Salvini di ieri è servito a chiarire che riaprire è necessario. Necessario per non affogare imprese e partite Iva, necessario per fare ripartire il Paese. Un’altra cosa che si è capito, finalmente, è che non basta una delibera del Consiglio dei Ministri per farlo, ma che serve una provvedimento con valore di legge, ed è lo stesso premier a dichiarare: “Se necessario facciamo un altro decreto legge”.

Che non bastasse la previsione della delibera di cui si parla nel decreto primo aprile, era abbastanza chiaro, anche se qualcuno nel Governo continuava a fare confusione, come si è fatto per oltre un anno con i Dpcm, ed è legata al principio della gerarchia delle fonti normative.

All’articolo 1 della norma varata dal governo Draghi si legge: “In ragione dell’andamento dell’epidemia, nonché dello stato di attuazione del Piano vaccini (…), con deliberazione del Consiglio dei ministri, sono possibili determinazioni in deroga al primo periodo e possono essere modificate le misure”.

L’Ufficio Studi della Camera era già intervenuto per far notare che c’era un problema e cioè che non si poteva utilizzare una fonte normativa di rango inferiore per modificare un atto avente forza di legge. Inoltre il servizio studi ricorda come le delibere del Cdm, dall’inizio della pandemia, siano state usate solo 7 volte e mai per misure che limitano le libertà costituzionali.

Draghi lo ha capito ed ha annunciato un nuovo provvedimento. “È previsto che il ministro Franco presenterà prima il Def dove viene definito lo scostamento – ha detto il Presidente del Consiglio in conferenza stampa -, dopo il voto in Parlamento presenteremo il decreto che conterrà sostegni e riaperture. Le dimensioni saranno probabilmente superiori di quello precedente”.

A breve, pertanto, sapremo come sarà la seconda fase del Governo Draghi. Durante la conferenza stampa Draghi ha fatto sapere che non considera persa la stagione estiva e vuole fare come Grecia e Spagna: sì ai turisti stranieri con passaporto vaccinale. Quasi una conferma alle parole del ministro del Turismo Garavaglia che aveva parlato di un ritorno alla normalità già il 2 giugno, Festa Nazionale.

econdo quello che si è appreso, Draghi era già da tempo titubante sull’opportunità di cancellare la zona gialla fino al 30 aprile. Adesso ha cambiato punto di vista iniziando a parlare della possibile riapertura. A Salvini, ieri, ha forntio rassicurazioni sulla disponibilità ad emettere un nuovo decreto prima della fine del mese per normare quello che dovrà accadere a maggio.

L’incontro con Salvini però non è stato facile, secondo alcuni retroscena. La Stampa infatti scrive che il leghista si è presentato a Palazzo Chigi con una cartella piena di dati, compresi i numeri dei contagi. E ha sostenuto che secondo lui con i numeri di oggi già sei regioni possono entrare nella zona gialla. Il segretario della Lega ha chiesto di rivedere i protocolli, su ristoranti, bar, cinema e teatri, di «aggiornare» i parametri scientifici che decretano le chiusure o le aperture, perché, ha sostenuto, “non è possibile restare in zona rossa a vita come vorrebbe qualche ministro”.

Vedremo cosa succederà, intanto tutte le partite Iva, almeno quelle più duramente colpite dalle chiusure, sono pronte a manifestare ancora chiedendo riaperture immediate, non più basate su ipotetiche date. I primi a non fermarsi sono i ristoratori vibonesi del gruppo Zona Bianca che, dopo il flash mob di giorni addietro, sono pronti a scendere in piazza a Roma giorno 13 assieme ai colleghi di ogni parte d’Italia.