Il 39enne politico emergente dei Dem, candidato alla presidenza della giunta regionale, annuncia in un’intervista all’Espresso la rinuncia a correre alle elezioni di ottobre.
A determinare la sua scelta la linea della segreteria nazionale: «Appare di continuo una volontà di mettere in discussione le decisioni prese da molto tempo dal Partito democratico calabrese e dagli alleati di centrosinistra – ha detto Nicola Irto al magazine –: ma continuando a perdere tempo si lascia terreno alla destra e a De Magistris. Il Pd deve cambiare, non solo per poter mettersi in gioco alle elezioni, ma con una nuova generazione che c’è, anche se viene vissuta con fastidio da chi pensa solo a fare carriera: ma non possiamo ridurci ai feudi, dobbiamo essere una comunità aperta. Non possiamo solo pensare con chi ci alleiamo: il Pd deve dire cosa vuol fare, se vuol parlare agli elettori».
Altro motivo che ha spinto Irto al “gran rifiuto2, è anche la mancata chiarezza nel rapporto con il M5S e «l’ingenuità politica di continuare a inseguire De Magistris, che ha scelto di candidarsi in Calabria per fuggire da Napoli, dopo averla lasciata in un mare di debiti».
«Da mesi il confronto politico resta avvitato su se stesso: parlano tutti di coalizione prescindendo dai programmi. La Calabria è allo stremo, per gli atavici problemi strutturali e per l’ulteriore anno di pandemia, eppure sembra non importare a nessuno».
Nicola Irto a l’Espresso
Nella sua pagina facebook il consigliere recordman di preferenze ha illustrato la sua scelta così: «Per mesi ho lavorato al mio programma di governo per cambiare la Calabria, coinvolgendo giovani, società civile, imprenditori, mondo universitario.Adesso, però, ho dovuto prendere atto che non ci sono le condizioni per andare avanti e l’ho scritto ad Enrico Letta.Ho provato a spiegare le motivazioni dellamia scelta, con Susanna Turco, in una intervista a l’Espresso».
«Sono un uomo libero e non mi piego ai compromessi, continuerò il mio impegno politico per spezzare le logiche del potere fine a se stesso, che in Calabria condiziona la politica e la società».
Nicola Irto a l’Espresso