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Beffa per la Calabria? Si riapre dappertutto ma la regione rischia di restare arancione

In giornata undici regioni passeranno in zona gialla e potranno godere delle aperture previste dal nuovo decreto legge Draghi, non la Calabria

Se la Calabria non dovesse cambiare colore e scalare in fascia gialla, tutto rimarrà come è stato fino ad oggi, con l’unica eccezione delle scuole per le quali si applica la nuova regola della presenza fino al 70%. In buona sostanza, mentre per quasi 51 milioni di italiani sarà possibile andara al ristorante o al teatro, fare una partita di calcetto e spostarsi liberamente senza pass verde e autocertificazione, da noi questo sarà vietato.

Forse qualcuno nell’entusiasmo non se ne era accorto, ma queste riaperture tanto strombazzate, per il Sud rischiano di essere un ulteriore danno. Infatti, secondo le previsioni, nell’ordinanza che il ministro della Salute, Roberto Speranza, si appresta a firmare entro stasera, le uniche regioni a rimanere in fascia arancione o rossa dovbrebbero essere Calabria, Sicilia, Puglia e Sardegna, con l’unica eccezione della Val d’Aosta, mentre tutte le altre saranno gialle.

Cosa significa questo? Che la già asfittica economia della nostra terra rischia di fare affogare ancora migliaia di imprese e di mettere a forte repentaglio la già precaria tenuta sociale.

Il problema della Calabria è sostanzialmente legato a due fattori: un sistema sanitario allo sfascio e la lentezza nelle vaccinazioni (ultima in Italia), e si dà il caso che la Sanità sia commissariata dal Governo centrale e che sia gestita dall’ex prefetto Guido Longo: sono loro a doverci dare delle risposte.

La speranza è che Speranza abbia una illuminazione e consenta alla nostra Calabria di passare in fascia gialla. Una richiesta che arriva dal mondo della ristorazione e non solo. C’è voglia di tornare a vivere, con le dovute precauzioni e nel rispetto delle regole anti covid (su questo dovrebbe vigilare lo Stato, visto che ormai nessuno disinfetta le mani prima di entrare in supermercati e centri commerciali). Vediamo cosa potrebbe succedere.

In base alle ultime indiscrezioni undici regioni e due province autonome aspirano alla zona gialla. Hanno attualmente un indice di contagio Rt al di sotto di uno e un rischio basso o moderato, compatibile con lo “scenario 1”. Sono: Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria e Veneto. A queste si aggiungono le province autonome di Trento e Bolzano. L’unica sicura di rimanere nell’area a maggiori restrizioni è la Sardegna. In arancione resteranno molto probabilmente Calabria, Sicilia e Valle d’Aosta. Anche la Puglia ma ad oggi i numeri non consentono di dire se arriverà il giallo oppure passerà soltanto all’arancione.