Cultura

Vibo Valentia e Bobbio, al Fege gemellaggio nel segno del libro e della cultura

Nel corso del Festival dell’editoria e del giornalismo emergente svoltosi nella cittadina piacentina.

Si è conclusa con il gemellaggio tra Bobbio e Vibo Valentia, sancito in nome del libro e della cultura, la terza edizione di FEGE, festival dell’editoria e del giornalismo emergente. Il sindaco piacentino Roberto Pasquali ha salutato Vibo Valentia “Capitale Italiana del libro 2021”, rappresentata dal primo cittadino, Maria Limardo, nell’ ottica di uno scambio culturale volto a migliorare la collaborazione territoriale tra il Sud e il Nord del Paese.

L’ideatore e direttore artistico della manifestazione, il vibonese doc Piero Muscari è stato il trait d’union tra Vibo e Bobbio, oltre a presentare di volta in volta gli ospiti che si sono susseguiti nel corso della serata e con loro ha dialogato ponendo in rilievo l’importanza del giornalismo libero. Anche durante questa edizione sono stati consegnati i premi intitolati a un indimenticabile nome del giornalismo italiano, Oliviero Beha.

La manifestazione si è aperta proprio con Germana Beha che ha ricordato il padre. “Siamo cresciuti a pane e libertà” – ha detto con orgoglio e consapevole della responsabilità e dell’impegno che questa parola richiede a chi vuole farne la propria cifra caratteristica: ” Come famiglia scegliamo di ricordarlo con chi segue quella che era la sua idea”, ha dichiarato rendendo merito a un palco come quello di FEGE.

Il premio come riconoscimento a quel giornalismo coraggioso è andato a Michela Murgia Non è giornalista come tiene a puntualizzare Michela Murgia con la consueta grinta e ironia, ma è senz’altro una tra le voci femminili più coraggiose e d’impatto per quanto riguarda la scrittura ma anche il modo di comunicare che difende a spada tratta soprattutto mettendo in luce l’importanza dell’adeguatezza dell’uso dei termini se si vogliono portare avanti battaglie come quella femminista. “Vorrei vivere in un Paese in cui le donne non debbano aver bisogno di fare paura”.