Decisi ad autoproclamare la zona bianca per poter ritornare a lavorare, nonostante le chiusure disposte dal Governo Draghi e dal ministro della Salute Speranza.
“Così non possiamo andare avanti. Vogliamo lavorare, tornare a fare quello che sappiamo fare per dare un futuro alle nostre famiglie. Queste chiusure prolungate ci hanno messo in ginocchio e di ristori promessi o non arrivano o sono ridicoli“, a parlare così è uno dei ristoratori aderenti al gruppo Zona Bianca che da giorni sta agitando la questione della prolungata chiusura di bar e ristoranti, ma che spera di allargare l’adesione anche ad altri esercizio cmmerciali, alle palestre e alle piscine.
A tutto quel mondo delle partite Iva che non ce la fa più e grida la sua disperazione, inascoltato dagli abitanti dei palazzi romani della politica. “Vorrei chiedere ai nostri parlamentari se negli ultimi mesi hanno rinunciato ai loro stipendi, credo proprio di no. Però, a noi ci hanno ridotti sul lastrico”, spiega un altro dei promotori in una intervista a RaiTre.
Intanto, il gruppo Zona Bianca si allarga, dai sessanta di qualche giorno fa si è passati ad oltre centodieci aderenti di tutta la provincia di Vibo Valentia. Hanno scritto una lettera aperta a Mattarella, a Draghi e al presidente della Regione Nino Spirlì, ma nessuno di loro ad oggi ha risposto. Un muro di silenzio che fa rumore.
La politica ha dimenticato che questa pandemia rischia di affossare defintivamente la Calabria e la provincia di Vibo Valentia che di turismo vivono. Eppure si può andare all’estero. Tanti italiani sono partiti per Palma di Maiorca, perchè non potevano raggiungere Tropea o Pizzo? La domanda corre veloce, ma il risultato è che nessuno sa dare una risposta.
Ma una risposta, seria, la daranno gli aderenti al gruppo Zona Bianca che hanno già annunciato l’autoproclamazione dela zona bianca, appunto, nel territorio vibonese, con consegunete riapertura di tutte le attività. Il gesto plateale di protesta e disobbedienza civile è in programma martedì 6 aprile, subito dopo Pasqua. La loro richiesta è di riaprire in sicurezza, perchè i bar e i ristoranti sono luoghi molto più sicuri di supernercati affollati e non c’è un dato scientifico che colleghi l’aumento dei contagi al mondo della ristorazione.
Intanto del disagio che parte dalla Calabria si stanno occupando i media nazionali. Questa mattina una troupe di Rete4, della trasmissione di Barbara Palombelli ha registrato un servizio. L’attenzione mediatica c’è tutta, adesso è attesa quella politica.