Uno straniero che lavora in nero e abita in una casa popolare, reddito Isee zero, percepisce quasi 1.500 euro e fa lavoretti in nero per 800 euro…
Il reddito di cittadinanza è una risorsa per i bisognosi o una manna per i furbetti? Sentendo le storie di quello che avviene nel nostro BelPaese, l’impressione è che per la prima ipotesi serva ben poco, nella seconda invece assomiglia più a un reddito di nullafacenza mirato a fregare il prossimo. Forse poteva esser studiato meglio e dato veramente a chi ha bisogno, mediante indfagini severe e precise sullo stato di necessità e controlli costanti.
Sulla questione abbiamo ricevuto una nota di Pietro Molinaro (Lega Calabria), in cui emerge uno spaccato preoccupante anche per il futuro delle pensioni di chi lavora e lavora veramente. Ma vi sembra possibile che un nulla facente furbetto guadagni più di un operaio?
Ecco la nota. Ve la riportiamo integralmente.
“Uno straniero mi ha raccontato che abita in Italia da 13 anni e ha sempre fatto lavori saltuari, tutti in nero, un po’ dappertutto, con tanto di permesso di soggiorno. E’ sposato e ha tre figli. Da due anni ha la cittadinanza italiana, così come tutta la sua famiglia, con cui abita in casa popolare.
Percepisce il Reddito di Cittadinanza, per 780 euro perché il suo ISEE è pari a zero; per la moglie e ogni figlio riceve, come prevede la legge, un assegno familiare di 175 euro. L’assegno che gli arriva dall’INPS è pari a 1.480,00 € al mese. Naturalmente continua a lavorare in nero, guadagnando circa 800/900 euro al mese.
A luglio la sua mamma vedova, compirà i 65 anni farà il ricongiungimento familiare in Italia con il figlio (le pratiche sono già avviate; mancano data e firma) e percepirà un assegno di pensione sociale di 580,00 euro. La signora anziana, pur mantenendo la residenza in Italia, potrà tranquillamente domiciliare nel suo paese di origine, dove uno stipendio medio è di circa 250,00 euro. 580 euro sono da molto benestante.Tutto senza che nessuno abbia mai rimesso un centesimo di contributi all’INPS.Una doverosa riflessione si impone!
Ci sono italiani che hanno lavorato versando oltre 40 anni di contributi e superano appena 1.000 €uro netti al mese, per non parlare dei Coltivatori Diretti che raggiungono a malapena gli 800 €uro.C’è qualcosa evidentemente che non funziona. Chi ci pensa ai giovani che andranno in pensione chissà quando e con l’intero sistema contributivo?“