Opinioni

Politici e giornalisti, che ognuno svolga il suo compito… senza invasioni di campo

Note a margine di polemiche… fine a se stesse

Esiste un limite oltre il quale il diritto di cronaca cessa di essere un diritto? Esistono situazioni in cui un fatto notiziabile impone al giornalista di non riportarlo all’attenzione dell’opinione pubblica?

Domande che i giornalisti si pongono quotidianamente, cercando di dare una risposta obiettiva. Nel primo caso esistono limitazioni imposte dalla legge e da norme volte a tutelare la personalità altrui. Nel caso in questione, di cui si andrà a specificare meglio successivamente, la tutela della personalità altrui è stata ampiamente rispettata, così come è stato osservato l’obbligo della verità dei fatti. Quanto al secondo interrogativo ci si chiede se esistono situazioni in cui un fatto notiziabile può imporre al giornalista di non riportare la notizia. Il fatto stesso che un evento accaduto è notiziabile lascia intendere che c’è un interesse pubblico e quindi degno di essere raccontato. Il giornalista che contravviene a tale principio viene meno al proprio dovere. Per fare un esempio, se Tizio ha una amante il fatto non è notiziabile, può interessare eventualmente la moglie di Tizio e il marito dell’amante, farlo diventare notizia si sconfina nel pettegolezzo. Diverso invece il caso in cui Tizio ricopra la carica di sindaco e l’amante fosse la leader dell’opposizione, in questo caso il fatto è notizia.

Per tornare al problema sollevato in questi giorni, ci si pone la domanda se il giornalista ha fatto bene a riportare alcune annotazioni riferite ad una indagine e nello specifico alle intercettazioni telefoniche tra una persona sottoposta ad indagine e il presidente della Provincia di Vibo Valentia in cui si palesa il sostegno elettorale che il presidente avrebbe ricevuto anche grazie alla disponibilità di alcuni amministratori del Vibonese e i cui nomi sono riportare nell’ordinanza. La risposta non lascia dubbi, il giornalista ha fatto bene a riportare la notizia, specificando correttamente che le personalità politiche non sono sottoposte ad indagini e non è stato contestato loro alcun reato, quindi l’obbligo di riportare la verità dei fatti è stato ampiamente rispettato.

È innegabile, però, che nel riportare episodi che riguardano personalità politiche conosciute per la loro integrità morale si corre il rischio di generare confusione nell’opinione pubblica che si potrebbe disaffezionare alla politica.

Il rischio c’è, ma non è certo colpa del giornalista se nello svolgere il proprio lavoro assolve ad un preciso dovere, quello di informare. Il problema semmai riguarderebbe il sistema giudiziario nel suo complesso. Eppure, quando accadono episodi simili diventa facile “sparare” sul giornalista, minacciando querele e in molti casi anche proferendo accuse che vogliono il giornalista piegato alla volontà di chissà quali interessi; non è questo il caso del presidente della Provincia che non ha ritenuto commentare la notizia che lo riguarda.

Certo, è innegabile che la persona ha diritto ad agire per vie legali se ritiene che una notizia lo abbia danneggiato sul piano dell’immagine, non è giusto però additare il giornalista, alimentando altra confusione nell’opinione pubblica; confusione che in molti casi la porta a diffidare degli organi di informazione. Non è colpa del giornalista se un fatto accade, così come il giornalista non ha colpa se riporta un fatto che per sua stessa natura è notizia di interesse pubblico.

E, allora, fermo restando il rispetto che si deve alle personalità politiche in questione, conosciute per la loro integrità morale, l’indignazione di un qualsiasi sindaco non può essere rivolta al giornalista, bensì ad un potere politico che loro stessi rappresentano; un potere politico che non interviene su un sistema giudiziario che necessità di una riforma sostanziale, rischiando di rimanere schiacciato.

Il politico, dunque, faccia il politico, si faccia interprete delle istanze di riforma di un sistema che presenta lacune, fermo restando che il giornalista continuerà a fare il proprio dovere, riportando i fatti quando questi rivestono un interesse pubblico e quindi meritori di essere raccontati, perché l’opinione pubblica ha il dovere di essere informata.