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Lutto nel giornalismo calabrese, muore a Reggio l’inviato Rai Amedeo Ricucci

Amedeo Ricucci a Herat in Afghanistan. I quattro reporter italiani "fermati ieri in Siria", il giornalista Rai Amedeo Ricucci, il fotografo Elio Colavolpe, il documentarista Andrea Vignali e la freelance Susan Dabbous, "stanno bene e saranno presto liberati e accompagnati in Turchia": lo dice all'ANSA una fonte vicina ai ribelli siriani."Sono stati fermati e non sequestrati". ANSA/DANIELA BRICCA/LUCIANO DEL CASTILLO

Aveva 63 anni ed era nato a Cetraro, Amedeo Ricucci ed è morto in una città della sua terra, mentre lavorava ad un nuovo servizio. Il giornalista Rai è deceduto in un hotel di Reggio Calabria, in seguito ad un malore che lo ha colpito. Era sullo Stretto per un servizio sulla ndrangheta.

 Fu inviato di Professione Reporter, Mixer, TG1 e La Storia siamo noi, seguendo i più importanti conflitti degli ultimi vent’anni, dall’Algeria al Kosovo, dall’Afghanistan all’Iraq. Era con Ilaria Alpi e Miran Hrovatin nel viaggio in Somalia, che nel 1994 si concluse con l’uccisione della giornalista del TG3 e del suo cameraman. Era presente anche al momento dell’uccisione del fotografo del Corriere della Sera, Raffaele Ciriello, avvenuta a Ramallah nel 2002. Su questo episodio ha pubblicato il libro “La guerra in diretta – Iraq, Palestina, Afghanistan, Kosovo. Il volto nascosto dell’informazione televisiva”.
Nel 2013 fu sequestrato in Siria, assieme ad altri tre giornalisti italiani ad opera del Fronte al-Nuṣra. I quattro furono liberati dopo 11 giorni dopo che era stato mantenuto il silenzio stampa per tutta la durata del sequestro.