Costume e società

Ferragosto: storia ed etimologia di una festa dall’imperatore Augusto al Duce che inventò la scampagnata

In origine agosto era il mese “sextilis”, il sestile, poiché il conteggio partiva con 60 giorni di ritardo rispetto ad oggi. Con la salita al potere di Giulio Cesare, la denominazione dei mesi variò. Egli infatti si intestò il mese precedente, il “quintilis”, ovvero il quinto dell’anno e lo trasformò in “Iulius”, da cui “luglio”, a partire dalla sua stirpe, la gens Iulia. Infine, nell’8 secolo a.C, quando stava per compiersi la transizione da Repubblica a Impero, il calendario fu rinnovato; il figlio, Ottaviano Augusto, volle avere un mese tutto per sé e scelte il successivo, che divenne agosto. L’imperatore romano desiderò poi un giorno in cui tutti, si ricordassero di lui, persino gli schiavi. Lo chiamò “feriae Augusti” cioè “feste di Augusto” e lo pose esattamente a metà del mese, per rendere inequivocabile e indimenticabile quella data. Da qui prende il nome moderno di Ferragosto. È curioso notare, che l’imperatore scelte la parola “feriae” declinata al plurale. Tale termine indica i giorni festivi che si ripetono ogni anno, istituzionalizzati e stabiliti nel calendario: caratteristica tipica delle ricorrenze religiose. Allo stesso tempo la radice fer- è la stessa dell’aggettivo festus (da cui si ricava “festa” in italiano) che indicava i riti non pagani, ma direttamente legati alle divinità. Sono tutti indizi di quanto Ottaviano volesse dare alla celebrazione un significato profondamente religioso. Durante le Feriae infatti, non erano permessi i negotia, cioè le occupazioni comunali, il lavoro, perché le ore della giornata dovevano essere dedicati agli dei. Ottaviano insomma si preparava a diventare divino nell’immaginario dei romani e a renderli sudditi, senza che se ne accorgessero. Ma la curiosità legata a questo contesto è anche un’altra! Anche a livello politico introdusse queste novità e parallelamente accentrò nelle sue mani il potere, pur mantenendo le strutture repubblicane, come il Senato, ricavandone la denominazione di “autorità” derivante direttamente dagli dei. Il piano politico rimane comunque centrale, dal momento che le feriae di Augusti dovevano essere feste familiari, ma di stampo pubblico, in cui ricordare anche eventi di storia politica contemporanea dell’epoca, a partire per esempio dalla morte o dalla nascita del suo predecessore, Cesare. Nello stesso contesto Ottaviano aggiunge, l’anniversario della presa di Alessandra, il primo agosto del 30 a.C; per ricordare la fine di Antonio e Cleopatra e l’inizio di una nuova era, la sua. Così praticamente tutto il mese che portava il suo nome risultò festivo ed in questo un ulteriore parallelo con l’abitudine attuale e tutta italiana di concentrare le vacanze proprio ad agosto. C’è poi una nota finale di storia moderna da considerare: la famosa scampagnata di Ferragosto, recuperata dall’iconografia fascista. Si ricordano le immagini di Mussolini intento a falciare il grano, le esposizioni, le sagre, le feste per celebrare le tradizioni; tutti elementi che rientravano nel programma di recupero della tradizione romana dell’età augustea che il Duce voleva riportare nell’immaginario collettivo del Ventennio. La tradizione popolare della gita turistica di Ferragosto nasce dunque durante il ventennio fascista. A partire dalla seconda metà degli anni Venti, nel periodo di Ferragosto il regime organizzava, attraverso le associazioni centinaia di gite popolari, e in particolare dal Ferragosto del 1931 al settembre del 1939 ciò fu favorito dall’istituzione dei Treni popolari speciali, con prezzi fortemente scontati. L’iniziativa offriva così la possibilità anche alla classi sociali meno abbienti di visitare le città italiane o di raggiungere le località marine o montane. Fu così che la maggior parte delle famiglie italiane ebbe per la prima volta la possibilità di vedere il mare, la montagna e le città d’arte e dal momento che le gite non prevedevano il vitto, nacque la collegata tradizione del pranzo al sacco.