Politica

E’ scoppiato lo scandalo: voti venduti e morti alle urne. Le elezioni sono da rifare

le anomalie e le denunce arrivano dal voto degli italiani all’estero, dove è successo di tutto

Le elezioni politiche 2022 già da qualche giorno sono andate in archivio, ma le polemiche e i ricorsi per brogli elettorali no. Questa volta l’Italia, intesa come nazione centra poco, poiché le anomalie delle urne arrivano dal voto degli italiani all’estero. Tutti i partiti, nelle ultime elezioni politiche gridano allo scandalo, coinvolgendo quasi tutte le ripartizioni del mondo. Dall’Europa alle Americhe, l’unica a salvarsi sembra essere l’Oceania. Compravendita di voti, elettori morti da anni ma che votano regolarmente, plichi non arrivati a destinazione, votanti che non hanno ricevuto le schede e risultato partecipanti, scrutini tra il caos con pochi controlli, risultati che ancora non sono pubblicati ufficialmente. Insomma c’è un po’ di tutto. Ma, andiamo per gradi per scoprire questi sistemi, iniziando dalla Legge Tremaglia che permise nel 2001 agli italiani iscritti all’Aire di potere esercitare il diritto di voto in Italia.

Legge Tremaglia

Le modalità di esercizio del diritto di voto per le elezioni del Parlamento italiano sono stabilite dalla legge 27 dicembre 2001, n. 459, (meglio conosciuta come legge Tremaglia, dal nome del ministro per gli italiani nel mondo Mirko Tremaglia che si batté a lungo per il voto degli italiani all’estero) e dal relativo regolamento applicativo approvato con decreto del presidente della Repubblica 2 aprile 2003, n. 104. Questa opportunità si concretizzò a partire dalle elezioni politiche del 2006, quando entrò in vigore la circoscrizione Estero, che così trovò la sua prima applicazione.

Le ripartizioni estere

La commissione individuò 4 ripartizioni: Europa, Oceania-Africa e Asia, Nord e Centro America, Sud America, ai quali furono assegnati 20 deputati e 10 senatori, poi ridotte a 18 totali nell’ultimo disegno di legge.

Come si vota

Ogni giurisdizione invia un plico elettorale che contiene:

  1. una lettera informativa;
  2. una copia della normativa;
  3. la lista dei candidati delle elezioni parlamentari (non inclusa in caso di referendum);
  4. il certificato elettorale;
  5. la scheda elettorale (oppure, in caso di più votazioni contemporanee, una scheda diversa per ogni tipo di votazione)
  6. la busta interna (completamente bianca ed anonima) dove inserire solo la scheda votata (o le schede in caso di più votazioni contemporanee)
  7. una busta pre-affrancata, in cui va inserita la busta interna bianca (sigillata e contenente solo la scheda o le schede votata/e) e il tagliando del certificato elettorale, con l’indirizzo dell’ufficio consolare a cui l’elettore deve reinviare la scheda votata.

Se entro 14 giorni dal voto nazionale l’elettore non ha ancora ricevuto il plico, può richiedere l’invio o consegna di un secondo plico.

Il voto può essere espresso solo con una penna a sfera con inchiostro di colore nero o blu, (e non con la matita copiativa come in Italia).

Entro il giovedì precedente al voto nazionale, le ambasciate spediscono in Italia per via aerea e valigia diplomatica le buste ricevute dagli elettori. Le buste pervenute in ritardo e quelle avanzate devono essere immediatamente incenerite.

All’estero no come in Italia, ogni elettore esprime la preferenza verso il candidato scelto dal partito. Nelle liste ci sono massimo 2 candidati a Senatore e 4 Deputati.

Procedure di scrutino e arrivo dei plichi

Una volta che l’elettore invia al Consolato Italiano di competenza, il plico, viene inserito in dei contenitori e spediti in Italia per lo spoglio. Quest’anno il governo ha deciso di dividere le varie ripartizioni con l’Europa scrutinata a Milano, Firenze e Bologna, il Suda America a Roma, Nord-Centro America e Oceania a Napoli. Il tutto per evitare il caos degli anni precedenti quando tutte le schede votate arrivano a Castelnuovo di porto vicino la Capitale. Problemi risolti? Macché perché i brogli si attuano altrove con poca partecipazione italiana.

Le denunce di candidati e partiti

Già in campagna elettorale, alcuni candidati e partiti avevano denunciato anomali, in particolare nel Sud America, dove l’onorevole Fabio Porta e la collega di Partito Democratico Antonella Pinto, segnalarono una ditta incaricata dal Consolato di Caracas per la spedizione dei plichi che consegnò il materiale a persone estranee all’elezione. Nei giorni seguenti le elezioni, una conferenza stampa alla camera dei Deputati, alla quale parteciparono l’ex Sottosegretario Ricardo Merlo per il MAIE, Eugenio Marino e Fabio Porta per il PD, Marcelo Bomrad (coordinatore della Lega nel Mondo Argentina), Mario Borghese (deputato, Misto-Movimento Associativo italiani all’estero), Gianluigi Ferretti (già consigliere del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), Luciana Laspro (candidata al Senato per il collegio estero), Silvia Paradisi (giornalista), sancì pubblicamente un risultato falsato delle Politiche all’estero.

L’alto numero di schede false

Solo 25 mila sarebbero le schede false ammesse allo spoglio nella sola ripartizione Sud America, in particolare in Argentina, ma anche nel resto del mondo ci sarebbero dei casi simili. Infatti, negli ultimi giorni sono arrivate conferme anche dagli scrutini in Europa e alcuni del Nord e Centro America.

Il caso dei morti non depennati dall’elenco Aire

Il sistema di voto permette a tutti gli iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero di votare e in questi figurano anche i morti. Sì, avete letto bene, i defunti perché l’elenco no è aggiornato. Qualche familiare onesto dell’elettore ha inviato dietro le schede con tanto di certificato di morte allegato. In un seggio del Nord e Centro America a Napoli, il defunto risultava con data 2017 e dunque potenziale elettore nelle tornate del 2018 e 2022.

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I plichi non arrivati ed elettori risultati partecipanti al voto

Altra situazione incomoda risultata essere quella di elettori che non hanno ricevuto il plico a casa, ma che risultano nell’elenco di chi ha votato. Alcuni di loro, disinteressati della politica italiana, non avevano richiesto il duplicato al Consolato di competenza, altri invece non hanno ricevuto nemmeno la copia. In alcuni casi, il plico potrebbe essere stato inviato a indirizzo differente poiché il cambio di residenza non è stato comunicato al Consolato, ma in molti non è così, tanto che le schede per il Referendum dello scorso giugno erano arrivate puntualmente.

I voti che mancano ai candidati

Sono diverse le segnalazioni pervenuteci da candidati cui i conti non tornano, in particolare nel Nord e Centro America. Da Vancouver fino a Miami, alcuni candidati potenzialmente dati come favoriti al seggio, hanno ricevuto una manciata di voti e nulla più, nonostante una campagna elettorale massiccia e ONESTA.

Le trasmissioni tv e la stampa italiana sui brogli e il precedente del 2018

In questi giorni si susseguono servizi televisivi, articoli sulla stampa e conferenze per denunciare i brogli elettorali all’estero. Era stato così anche nel 2018, ma tutto fu insabbiato, finché il Senatore Fabio Porta decise di portare avanti una battaglia legale che alla fine li restituì il mal tolto, con il seggio che era andato a un altro partito. Oggi la storia si ripete, ma questa volta la Magistratura farà il suo dovere fino in fondo? Le prove ci sono e ci sono sempre state, i risultati un po’ meno. Le pagine dei giornali si riempiono e quelle web fanno altrettanto. Che non sia un nuovo Made in Italy da presentare al mondo?

Le spese dello Stato per le elezioni all’estero

In quest’ultima tornata elettorale lo Stato italiano ha speso 30 milioni di euro per fare votare gli italiani all’estero. Le schede entro il 24 settembre sono arrivate a Fiumicino con 79 voli e poi dislocate nelle sedi degli scrutini, dove sono stati allestiti dei seggi con tanto di Presidenti e Scrutatori, tutti a carico dello Stato.

I sacchipendolari e riaperti

Un caso che c’è stato segnalato arriva dallo scrutinio di Napoli, dove un sacco contenente le schede dell’Oceania, dopo essere stato scaricato nella palestra della scuola Boccioni, adibita ad accredito dei rappresentanti di lista, più volte è stato aperto, prima di essere preso in carico da una società di sicurezza e portato al seggio destinato.

Il sospetto dei brogli fuori dai confini nazionali

Gli addetti ai lavori presumono che il problema dei brogli sia all’origine, ovvero all’estero. Il percorso che fanno i plichi dalla tipografia incaricata fino alla spedizione in Italia. Infatti, nelle sedi di scrutinio, i più attenti rappresentanti di lista evidenziano le anomalie, come schede fotocopiate, dati che non corrispondono e preferenze scritte dalla stessa mano, che non sono solo 5 o 6 riconducibili a una famiglia, ma molti di più.

La compravendita di voti che coinvolge varie vite

La trasmissione le Iene, nei giorni scorsi ha documentatouna vera e propria compravendita di voti in Germania. Esistono le immagini di una cena elettorale, che sarebbe stata organizzata proprio da un candidato con i partecipanti che avrebbero portato tutti con sé il plico con le schede per votare. In altre ripartizioni, invece gli accordi sarebbero riconducibili a tipografie, corrieri postali e talpe presenti in vari uffici elettorali. Tutto regolarmente denunciato alle autorità competenti.

I risultati definitivi non ancora pubblicati dal Ministero dell’Interno

Oggi, venerdì 7 ottobre 2022, il sito internet www. elezioni.interno.gov.it (Eligendo), non ha ancora ufficializzato i dati finali delle ripartizioni Nord e Centro America per il Senato, entrambe le Camere per Oceania e Asia. Ma come è possibile che nel Nord e Centro America, manchi il risultato dello spoglio di un seggio (MIAMI) al Senato, mentre sono tutte quelle della Camera? Altri sospetti, poiché, sempre a oggi non ci sono i dettagli seggio per seggio così come avviene in Italia.

Il premio alla disonestà

Siamo in Italia e alla fine la disonestà premia. Poiché quanto abbiamo raccontato alla fine sarà la solita bolla di sapone. Alle prossime elezioni, salvo nuove disposizioni da parte del Parlamento staremo a raccontare i brogli. Chi va di sotto, sono quei candidati ONESTI, che hanno partecipato lealmente alla campagna elettorale, investendo tempo e denaro, credendo nella Democrazia. In Italia, purtroppo la vita è così, no c’è meritocrazia e questi fatti lo testimoniano.

Le indagini e il cambio delle modalità di voto

Spesso si sente parlare di fiducia nella Magistratura e dovrebbe essere sempre così, ma i risultati delle elezioni precedenti sono sconfortanti. A questo punto, perché a levare, il grido sono quasi tutti i partiti rappresentati in Parlamento, urge un cambio sulle modalità di voto. Innanzitutto accedere alla tecnologia con il voto elettronico e chi non potrà votare avere l’opportunità di recarsi al Consolato di competenza e nelle città con più presenze italiane organizzare dei seggi, dove l’elettore si presenti con il certificato e un documento italiano di riconoscimento. Sarebbe già il primo passo per evitare che il mondo apprenda un nuovo sistema economico da inserire nel Made in Italy.

Elezioni da rifare, ma la politica è d’accordo?

Sulla base delle denunce pervenute da tutto il mondo e di quanto accertato, anche Striscia la Notizia , il programma satirico di Canale 5, se ne sta occupando, la soluzione per porre rimedio ad una truffa colossale (i parlamentari eletti con questo sistema li paghiamo noi tutti) è senza dubbio necessario annullare queste elezioni farsa e tornare al voto, magari con il voto elettronico.