
Lo ha detto il direttore della filiale di Catanzaro presentando il Rapporto annuale sull’economia regionale.
Il direttore della filiale di Catanzaro della Banca d’Italia, Sergio Magarelli ha presentato ieri il rapporto annuale sull’economia regionale calabrese, elaborato con la collaborazione della filiale di Reggio Calabria.
Un rapporto che non lascia spazio a voli pindarici, ma che fotografa una realtà economica mandata al collasso dalla pandemia e che per uscire dalla crisi post covid ha bisogno “di un vigoroso cambio di passo rispetto al passato”. Questo perchè le conseguenze della pandemia sul mercato del lavoro sono state rilevanti, “annullando il modesto recupero dei livelli occupazionali che si era registrato a partire dal 2016”.
Questo, sebbene, “nel breve termine, la ripresa dell’attività economica sarà favorita dai progressi della campagna vaccinale di contrasto all’epidemia”. In particolare, “in prospettiva, l’economia regionale potrebbe trarre impulso dai programmi pubblici avviati in risposta alla crisi pandemica, tra cui in particolare il Pnrr, soprattutto qualora questi riescano a incidere sui ritardi che condizionano il sistema produttivo calabrese”.
Dai dati del Rapporto di Banca Italia emerge che in Calabria “il calo delle posizioni lavorative si è concentrato soprattutto tra gli autonomi e i dipendenti a termine, mentre il calo del lavoro dipendente a tempo indeterminato è stato contrastato da un eccezionale aumento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali e dal blocco dei licenziamenti”.
I settori più colpiti sono stati quelli dei servizi privati non finanziari, in particolare i trasporti, il commercio al dettaglio non alimentare e il comparto alberghiero e della ristorazione, su cui ha inciso la caduta delle presenze turistiche. L’attività produttiva si è ridotta in misura più contenuta nelle costruzioni, che hanno in parte beneficiato di una lieve ripartenza del comparto delle opere pubbliche. Il brusco calo delle vendite ha accresciuto il fabbisogno di liquidità del sistema produttivo. Soltanto il sostegno pubblico ha contenuto fortemente l’uscita di imprese dal mercato.
Per venire fuori da questa crisi, dunque, la ricetta che viene dalla Banca d’ italia richiede un deciso cambio di passo e la ripartenza fondata sui punti di forza della Calabria che sono “il capitale umano, la ricchezza della diversità, il patrimonio culturale”.