Politica

Brogli elettorali nelle elezioni del Parlamento italiano all’estero

Ci risiamo. Ogni qual volta si presentano le elezioni per i Parlamentari all’estero arrivano le denunce di brogli. Un sistema elettorale che danni si chiede di rivedere per evitare proprio queste situazioni, ma nessun partito finora ha voluto cambiare la modalità. Ricordiamo che all’estero si vota per posta e si può esprimere la preferenza. Solo che non mancano gli scandali, denunciati e finiti sotto inchiesta come quella del marzo 2018, ma essendo in Italia tutto passo in cavalleria nonostante le prove fossero schiaccianti. La ripartizione, che più di tutti denuncia brogli è quella dell’America Meridionale e anche in questa tornata non sono mancate. L’ultima arriva dal Venezuela dove la candidata capolista del Partito Democratico in America Meridionale, Antonella Pinto, e il Senatore Fabio Porta, candidato alla Camera dei Deputati, hanno denunciato alle autorità diplomatico-consolari italiane e alla giustizia venezuelana una palese violazione della legge elettorale avvenuta in alcune città del Venezuela e in particolare a Guanare.   Qui la società contrattata dal Consolato per la consegna dei plichi elettorali, la “Domesa”, avrebbe consegnato tutte le buste a due individui estranei al corriere postale, che a loro volta avrebbero confermato di essere stati sempre loro a “ricevere e distribuire” il materiale elettorale inviato dal Consolato di Caracas.  <<Questo episodio – fanno sapere i candidati – è venuto alla luce a seguito di segnalazioni precise e circostanziate fatte da diversi cittadini italiani che, non vedendo arrivare la busta, avevano protestato presso la ditta “Domesa” che a sua volta li aveva indirizzati ai due individui sospetti.  Ovviamente i plichi elettorali venivano consegnati solo a chi si impegnava a votare per alcuni candidati mentre per coloro che non si presentavano (o non reclamavano la busta con le schede elettorali) i due signori avrebbero provveduto a votare e a consegnare il materiale elettorale direttamente in Consolato.  Se tali episodi saranno confermati dalle indagini in corso si tratterebbe di una gravissima violazione della legge elettorale e in questo senso abbiamo già allertato il dipartimento italiani all’estero del PD e quindi la Direzione Generale italiani nel mondo del Ministero degli Esteri. Il Partito Democratico continuerà fino all’ultima ora di votazioni all’estero e durante lo scrutinio a seguire con la dovuta attenzione qualsiasi possibile violazione della trasparenza e segretezza del voto, a tutela della dignità degli italiani nel mondo e della legalità del processo elettorale in tutto il mondo>>. In Canada e Stati Uniti molti plichi contenenti le schede non sono pervenute agli elettori e difficilmente arriveranno in tempo per esprimere il proprio voto. Dunque un sistema che va cambiato al più presto, affinché l’Italia non reciti le solite brutte figure agli occhi del mondo.