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A spasso per Vibo Valentia barocca: il collegio gesuita di Monteleone

Collegio dei Gesuiti di Monteleone (XVII sec.)

Il 17 il 18 ottobre si sono tenute a Vibo Valentia le Giornate FAI d’Autunno 2020 che hanno reso possibile l’apertura del Collegio dei Gesuiti,.

Importante struttura seicentesca situata nel centro storico di Vibo Valentia, da tempo proprietà del comune. Tra eventi musicali e declamazioni di poesie di autori vibonesi del passato, i giovani ciceroni hanno accompagnato i numerosi visitatori all’interno dell’edificio, sorto come collegio gesuita a partire del 1650, ed entrato in funzione nel 1669.

La storia ha inizio nel 1614, quando il duca di Monteleone, Ettore III Pignatelli, ottenne la presenza nella città di due membri della Compagnia del Gesù. L’anno successivo il padre gesuita Giovanni Andrea Prieglia, resosi conto delle favorevoli condizione della città, scriveva questa missiva per chiedere la realizzazione di un nuovo collegio in quello che ai tempi era il principale centro emporico delle Calabrie:

“Quello che si può dire di Monteleone è che è luogo popolatissimo et secondo il parere comune più di Cosenza et Catanzaro. La gente si come è docile così anco dissoluta, et questo per le diversità delle nationi, che si concentrano per essere la città commoda alle mercanzie; et si vede quanto siano occupati i ministri della nostra Compagnia. È di più circondato da Casali, et Terre grosse così possiamo esercitarci nelle missioni, et onde possono venire scolari, et studenti per le scuole. L’affetione che ne mostrano tanto i nobili, toltene alcuni pochi, quanto la gente bassa, per essere in questi principij, mi pare che ne desiderano grandemente un Collegio de’ nostri. Il luogo è di buona aria et abondante […]. Per ultimo, visto che mi dà licenza di dire questo, che quando per non moltiplicare Collegij, si vorrà lasciare di pigliare questo, credo che sia più gloria a Dio levare alcun altro e stabilire questo in Monteleone”. 

All’inizio della loro permanenza in città, i gesuiti alloggiarono nel palazzo di Ferdinando Mazza. Nel 1618 l’ordine religioso acquistò palazzo Palazzo Potenza-Lombardi Satriani, ove aprirono, nel 1621, un primo collegio della Compagnia del Gesù. Nell’anno successivo fu attribuito allo stesso istituto l’amministrazione dell’Abbazia della S.S. Trinità di Mileto con le sue proprietà.

La progettazione e la realizzazione del nuovo collegio, effettuate in modo non immediato per modifiche e opposizioni, fu resa possibile in gran parte grazie al generoso lascito del patrizio monteleonese Vespasiano Jazzolino, consistente in 33.760 ducati. Il collegio di Monteleone spicca fra le altre strutture ecclesiastiche di Vibo Valentia e fra quelli gesuitiche della Calabria per le sue caratteristiche monumentali. Infatti, nonostante nel 1655, le dure critiche verso il progetto iniziale, avessero portato a un ridimensionamento del progetto, ritenuto troppo grandioso dalle gerarchie superiori, lo storico e geografo G.B. Pacichelli (Roma, 1641- Roma, 1695), nell’opera postuma “Il Regno di Napoli in prospettiva” si sofferma sul collegio della Compagnia del Gesù di Monteleone apprezzandolo proprio per la sua imponenza. Anche oggi, pur essendo evidenti i danni patiti durante il sisma del 1783, che comportò il crollo e la demolizione di parte del chiostro (ala Sud/Ovest, parte del piano superiore dell’ala Ovest) e probabilmente la perdita degli apparati decorativi, si nota immediatamente l’aspetto grandioso dell’edificio: superato l’imponente portale in conci di pietra calcarea e arenaria decorati, si entra in un chiostro maestoso, caratterizzato da volte e archi alti più di sei metri e larghi circa quattro. Gli ambienti sono coperti da massicce volte di vario tipo, le stanze del piano superiore sono collegate da un corridoio molto largo, illuminato da grandi finestroni che affacciano in diversi punti sul panorama urbano circostante e sul chiostro. Questo ampio corridoio presenta sulle pareti tracce evidenti delle volte, purtroppo andate perdute nei secoli.

La struttura cambiò diverse volte funzione, a seguito dell’espulsione dei gesuiti avvenuta nel 1767, a cui seguì la demanializzazione dell’edificio.

Il collegio fu riacquistato dalla diocesi qualche anno dopo, per volere del vescovo di Mileto, Giuseppe Maria Carafa che secondo Vito Capialbi avrebbe voluto, senza successo, riportare la diocesi a Monteleone. L’edificio fu poi concesso ai Basiliani. Nel 1811, sotto i napoleonidi, venne acquisito dallo Stato e ceduto al comune, per essere trasformato in caserma atta ad ospitare cinquecento uomini. Fu adibito a scopi militari fino al 1904 e dal 1950 divenne una scuola e dismesso alcuni decenni dopo, in attesa di restauri.

Nonostante l’ex collegio sia in restauro dal lontano 2009, l’aspetto odierno della struttura non lascia del tutto soddisfatti, il cortile interno è ancora privo di pavimentazione, in una zona fin troppo visibile sono collocati dei serbatoi azzurri in PVC che sarebbe opportuno nascondere. Parte dell’edificio, compresa una singolare aula ottagonale, è stata concessa alla parrocchia della limitanea chiesa di San Giuseppe (già di Sant’Ignazio di Loyola).

Questo edificio storico, come molti altri di proprietà pubblica, è stato fino ad oggi chiuso al pubblico. Meriterebbe di essere fruito ogni giorno dalla collettività e nel giusto modo, identificando una funzione dignitosa, adatta alla natura di bene culturale della struttura. I numerosi palazzi storici di proprietà pubblica esistenti nel comune di Vibo Valentia dovrebbero essere considerati nel loro complesso al fine di progettarne in maniera organica la tutela e la valorizzazione, senza improvvisare la destinazione d’uso e finalizzando finalmente i restauri e i finanziamenti a scopi precisi fin dall’inizio.

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