Il 12 dicembre 1974 scompariva uno degli uomini più eclettici e profondi cui diede i natali l’antica Monteleone.
Poco tempo fa ho avuto la fortuna di contattare Francesca Diano, traduttrice, scrittrice e figlia di Carlo. Francesca da tempo sta portando avanti una battaglia per ripubblicare le opere del padre e per fare conoscere quell’uomo, letterato, filosofo, grecista (chi ha più ne metta), e aggiungerei geniale che era Carlo Diano, nato a Vibo Valentia il 16 febbraio 1902 e scomparso a Padova il 12 dicembre 1974, quarantasei anni fa.
Contattai Francesca perché ebbi l’incarico da parte del‘Icsaic, che sta pubblicando online il Dizionario dei calabresi contemporanei illustri, di scriverne una biografia. Devo dire che subito mi sono accorto che si trattava di un’operazione mostruosa per la mole di opere e documenti da consultare, operazione che a breve dovrei concludere. Per questo motivo mi è stata preziosa fonte di informazioni la figlia Francesca e lei è stata davvero gentile e disponibile nel concedermi notizie e darmi indicazioni e anche aneddoti di un papà così “ingombrante” che in pochi conoscono nella sua vera dimensione e statura culturale e morale. Un vero e proprio gigante, una mente eclettica ed infinita, un artista a tutto tondo. Un genio.
Ad appena diciassette anni, Carlo Diano si diplomò al Regio Liceo Filangieri di Vibo e, con pochi soldi in tasca, partì alla volta di Roma, la Capitale, dove si iscrisse alla Facoltà di Lettere della Sapienza. Il suo progetto era di laurearsi con una tesi in Letteratura Greca, ma la necessità di iniziare a lavorare lo spinse a scegliere una via più breve e nel novembre del 1923 si laureò con 110 e lode con una tesi su Giacomo Leopardi, un poeta che amò subito e che lo accompagnò nel corso di tutta la sua vita.
Nel 1924 vincitore di concorso a cattedra iniziò la sua carriera di insegnamento proprio a Vibo Valentia, dopo fu a Viterbo e a Napoli. Nel 1931 fu di nuovo a Roma dove nel 1935, conseguì la libera docenza in lingua e letteratura greca. Dal 1950 divenne titolare di cattedra nell’università di Padova.
Della sua dimensione di studioso, in particolare di Epicuro, parleremo in altre occasioni, perché Carlo Diano oltre che uno studioso fuori dal comune, era soprattutto un uomo con grande coraggio che ha vissuto una vita difficile. Rimasto orfano di padre ad appena otto anni, affrontò con dignità la povertà della sua infanzia, facendo mille rinunce e sopportando mille fatiche per studiare e allo stesso tempo per aiutare la madre e una sorella. Ha sempre aiutato giovani promettenti ma in difficoltà, come era stato lui.
Era, come lo definisce la figlia Francesca, una personalità travolgente, poliedrica, di mente instancabile. “E così potrei definire mio padre – racconta – La sua vita sembra un film, e in effetti la sua personalità, la sua curiosità intellettuale, la sua creatività anche come artista e musicista, ma anche la sua irrequietezza (non era mai davvero sicuro e contento di sé stesso o del suo lavoro e amava scoprire luoghi e situazioni nuove) e l’aver intrattenuto rapporti con molti dei maggiori pensatori, intellettuali e personalità del ‘900, oltre ai suoi soggiorni all’estero, hanno fatto sì che la sua vita fosse un’esperienza davvero fuori dal comune. Come del resto è stato lui”.
Si oppose al Fascismo e ne rifiutò la tessera, era molto generoso e durante la Repubblica Sociale salvò molte persone. Tra i suoi allievi ebbe Massimo Cacciari, il filosofo ed ex sindaco di Venezia.
Oggi le opere di Carlo Diano sono praticamente introvabili in Italia sebbene diffuse all’estero.
(la foto di Carlo Diano in copertina è tratta da Saggezza e poetiche degli antichi, Vicenza, Neri Pozza, 1968)