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ZONA GIALLA. Sicilia da lunedì 30 agosto, Sardegna e Calabria ancora no (per fortuna). Cosa cambia

I dati peggiorano giorno dopo giorno oltre lo Stretto ed ill passagio è quasi certo. La regione, infatti, ha già superato le nuove soglie previste per il cambio di colore.

Per la Sicilia è ormai questione di ore prima che venga firmata la nuova ordinanza. Una situazione che, con il passare delle ore, è divenuta incontrollabile. Gli ultimi dati resi noti dal ministero della Salute mostrano un leggero miglioramento in tutta Italia, ad eccezione dell’isola dove l’occupazione dei posti in terapia intensiva è dell’11%.

Peggiora anche quella relativa ai reparti ordinari, con una percentuale che è ormai arrivata al 19%. Numeri che preoccupano sempre di più e, per questo motivo, il cambio di fascia appare inevitabile.

Zona gialla: i criteri

Per passare dalla zona bianca a quella gialla devono esserci contemporaneamente tre parametri: incidenza settimanale pari o superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti; terapie intensive oltre il 10% e reparti Covid ordinari oltre il 15%.

La situazione in Calabria e Sardegna

In Sardegna le percentuali sono ormai al limite: mentre i ricoveri in terapia intensiva sono oltre il 10%, quello nei reparti ordinari è fermo al 14%. Anche in Umbria e in Calabria aumentano le percentuali, ma il passaggio in zona gialla appare ancora lontano.

Il cambio di fascia, previsto solo per la Sicilia, non dovrebbe cambiare di molto le regole attualmente in vigore nella zona bianca. Infatti, non sarà fissato alcun coprifuoco – abolito lo scorso giugno – e l’unico obbligo riguarderà l’uso delle mascherine nei luoghi all’aperto. Infine, i ristoratori si troveranno a dover rispettare nuovi limiti. No alle tavolate all’esterno e un massimo di 4 persone per tavolo al chiuso.

Terapie intensive: i dati

(dati Agenas aggiornati al 24 agosto)

Abruzzo 7%

Basilicata 0

Calabria 6 (+ 1%)

Campania 4%

Emilia Romagna 7

Friuli Venezia Giulia 6%

Lazio 7%

Liguria 5%

Lombardia 3%

Marche 5% (- 1%)

Molise 3% (- 1%)

Provincia di Bolzano 3%

Provincia di Trento 0% (+1%)

Piemonte 1% (- 1%)

Puglia 5%

Sardegna 11%

Sicilia 11 (+ 2%)

Toscana 7%

Umbria 9% (+ 1%)

Val d’Aosta 0

Veneto 5%

Reparti ordinari: i dati

Abruzzo 5%

Basilicata 12% (+1%)

Calabria 15% (+ 1%)

Campania 10% (+ 1%)

Emilia Romagna 6%

Friuli Venezia Giulia 2% (- 2%)

Lazio 8%

Liguria 5%

Lombardia 5%

Marche 6% (+ 1%)

Molise 5% (+ 2%)

Provincia di Bolzano 5%

Provincia di Trento 6% (+1%)

Piemonte 2%

Puglia 8% (+ 1%)

Sardegna 14% (+ 2%)

Sicilia 19

Toscana 8% (+ 1%)

Umbria 8%

Val d’Aosta 5% (- 1%)

Veneto 3%