Opinioni

Vibo Capitale del libro, un’occasione persa per far decollare la città?

In un post sui social Gilberto Floriani ha espresso il suo pensiero sulla questione. ecco cosa ha detto.

In un lungo post sui social, Gilberto Floriani, ex direttore ed anima del Sistema Bibliotecario Vibonese, ideatore del Festival Leggere e Scrivere nonchè co autore del progetto Vibo Valentia Capitale del Libro, ha voluto fare il punto critico sulla situazione della città al termine dell’anno che doveva vederla al centro di un progetto di rilancio che, dispiace dirlo, è stata un’occasione sprecata. Ecco cosa ha detto e scritto Floriani. E voi come la pensate? Se volete dire la vostra mandate una mail a info@vivicity.it.

A Vibo Valentia il comune si fa promotore della presentazione di tantissimi libri e non tutti di grandi qualità. Il pubblico che vi partecipa è sempre lo stesso, quando va bene non più di trenta persone: amministratori, aficionados, persone anziane. Mi dispiace doverlo dire, sembra presunzione, ma fare l’operatore culturale è una professione, per svolgerla correttamente serve una buona base culturale e mestiere, non è da tutti, senza questi requisiti si rischia di passare per imbonitori.

Naturalmente questo vale per il settore pubblico, liberi i privati e le loro associazioni di fare come vogliono, con chi e dove preferiscono.Ma le istituzioni pubbliche, che hanno già presentato troppi libri, dovrebbero fare altro. La designazione di Capitale del libro doveva servire per dimostrare all’Italia che anche una piccola sfigata cittadina del sud poteva costruire esperienze esemplari per le altre città consorelle sulle modalità per contrastare la marginalità culturale, oggettiva e certificata dall’Istat.

Se la nuova capitale Ivrea vuole scrivere il Manifesto italiano della lettura, Vibo poteva indicare strategie per superare la dicotomia culturale nord-sud e contrastare la povertà educativa. Invece è andata come è andata e sfido chiunque a dimostrare che qualcosa è cambiato o che Vibo Valentia sia diventata un faro per le altre città meridionali. Aggiungo che lo scenario urbano del capoluogo non è esaltante, ha di certo i suoi punti di forza: il mare, i bei tramonti, l’archeologia se fosse sistemata, alcuni edifici e scorci del centro storico, ma finisce lì, quasi quasi sono di più le brutture o le strade e le piazze desolatamente vuote.

Vorrei consigliare, con spirito di collaborazione, alle autorità cittadine di dedicare più tempo per rendere la città bella e accogliente. Come fanno un po’ dappertutto. Si dovrebbero cogliere le opportunità dei bandi regionali e nazionali, il PNNR e guardare quello che fanno le altre città: arte contemporanea, street art, arredo urbano serio, viabilità, accoglienza. Spero di non dispiacere nessuno con queste considerazioni, scrivo per amore di Vibo, perché credo che un’amara verità sia meglio di una pietosa bugia.

Gilberto Floriani