
Addossata su una cresta panoramica, capace di dominare, insieme, la piana di Sibari, il mar Jonio e l’arco montuoso del Pollino, sorge, a circa 500 slm, San Demetrio Corone, comunità Italo-albanese, fieramente legata alla sua storia millenaria ed alla sua identità linguistica, religiosa e culturale. Terra di profonde tradizioni bizantino-ortodosse, parte fondante dell’Eparchia di Lungro, San Demetrio Corone coltiva con orgoglio il suo sguardo rivolto ad oriente, sia rinnovando la tradizione nata dall’esperienza eremitica di San Nilo da Rossano, che qui soggiornò e lasciò tracce indelebili, sia tessendo nuove trame spirituali, come dimostra la chiesa di San Demetrio Martire, oggetto di recenti interventi iconici di rara bellezza. Ma San Demetrio ha il suo acme nella chiesa di Sant’Adriano, stupendo esempio di architettura tardo bizantina e protonormanna, edificata da San Nilo nel 955 d.c., che ospita, al suo interno, incantevoli affreschi lungo le pareti, gli archi, i capitelli e non meno sorprendenti mosaici pavimentali, a simbologia animale (serpenti, felini, etc.).
L’architettura esterna dà conto dell’evoluzione degli stili, concedendosi così alla sobrietà bizantina, come alla maestà della forma romanico-normanna. Al culmine delle tre navate, altrettanti altari, affrescati finemente su uno strato di scagliola, al punto da apparire essi stessi mosaici marmorei. All’esterno, legato alla Chiesa, il collegio Italo-Albanese, centro di custodia e riproduzione della cultura Arberesche, sul quale veglia un severo busto di Giuseppe Garibaldi e, dal cortile interno, quello del poeta identitario dell’intera Albania, Girolamo De Rada, nato nella vicina frazione Macchia Albanese.
Singolare, infine, il piccolo incavo, contiguo ad un delicato ruscello, nel quale San Nilo viveva il suo eremitaggio, oggi ricordato da un bizzarro affresco riproducente una crocefissione, che si lascia vedere solo se spruzzato d’acqua, salvo a rituffarsi nell’oblio al suo asciugarsi. Le matrici Albanesi e bizantine di San Demetrio Corone risultano, infine, da altri momenti. Il primo, costituito dal festival internazionale della cultura Arberesche, che si svolge annualmente nel piazzale antistante la chiesa di Sant’Adriano. Il secondo, dal bilinguismo che si effonde, non solo nella lingua comune ma anche nella toponomastica ed in ogni segno comunicativo. Un luogo di straordinaria bellezza e suggestione, San Demetrio Corone, borgo sorto dalla ripetuta pressione turco-musulmana, che in Calabria è riuscito a trovare le ragioni di una rinnovata identità e che stupisce per la sua resilienza e la sua capacità di rinnovarsi senza rinnegarsi. Il tutto, ad un passo dalla Sila Greca, dall’alta valle del Crati, dal Pollino e dallo Jonio, miracolosamente racchiusi in un unico abbraccio.
Cosa fare a San Demetrio Corone.
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