Cultura

Ricordo di Luigi Razza, dimenticato dal Comune di Vibo Valentia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, condividendone appieno il contenuto, una nota dell’amico Raffaele Blandino.

Luigi Razza è stato un esempio virtuoso di impegno totale per lo sviluppo della sua amata Città. Si deve a Lui  la redazione di un Piano Regolatore che doveva collegare Vibo con Mileto e S. Onofrio, nella logica di quella Città metropolitana che puntava al anche a giungere fino al Porto di Vibo Marina. Si ricordano alcune importanti opere pubbliche realizzate: La costruzione del Tribunale ,del Palazzo Municipale, dell’Aeroporto, delle Scuole Elementari Don Bosco e De Amicis, del palazzo delle finanze, del Macello. Tutto nella prospettiva di creare i presupposti per l’istituzione della Provincia.

Come riportato dal il NORMANNO ’85, in occasione degli 80 anni  della morte, la pratica della religione cristiana e religione della famiglia erano per Luigi Razza elementi di vita, energia per affrontare e vincere la povertà propria e quella dei tanto amati contadini , emigranti, disoccupati in attesa del riscatto sociale ed economico. Ed è proprio il Suo credere in Dio che gli fa superare momenti dolorosi della vita come quelli della morte dell’adorata madre e della sorellina, sua compagna di giochi, di confidenze e di sacrifici familiari.

Ma Luigi Razza era anche assai caritatevole: “ Nelle molteplici cariche che ha ricoperto, scrive il  suo biografo Giordano Gattamorta, sempre portò il suo raro senso di equilibrio, la sua profonda preparazione, la sua sorridente bontà. E nel Giornale Trentino “Il Brennero” venne pubblicato l’affettuoso ricordo di un funzionario ministeriale: ”Mi ha regalato un sorriso, così luminoso e buono, che mi ha rimesso l’anima in pace.”  Era questo suo stile di vita che faceva uscire quelli che andavano da Lui pieni di entusiasmo e fiducia. Certamente era la potenza della Sua profonda fede che l’aiutava a conquistare gli spiriti alla dolcezza, alla serenità, riconciliandoli con il mondo e ridonare nuove energie per la battaglia della vita. Chi si rivolgeva a Lui non lo faceva invano.

Luigi Razza e la moglie Edith anche lei sepolta nella cappella del cimitero di Vibo

Riceveva tutti, anche le persone più modeste, anche il più umile dei suoi dipendenti. Ricordava tutti gli amici. Un Suo compagno di ginnasio, il Capitano Accolla di Noto, gli scrisse dopo trenta anni e Razza subito rispose con una lettera così affettuosa che commosse profondamente il bravo Capitano.

Eppure oggi sembra che tutto sia stato dimenticato. La cappella al Cimitero è in uno stato di pietoso degrado: vetri rotti, intonaco della volta compromesso, gradini dell’accesso alla cripta rovinati e mancanza di illuminazione. A ciò  si aggiunge l’abbandono del monumento di Piazza S. Leoluca, sempre al buio perché è stato rimosso il faro che serviva ad illuminarlo.

L’area intorno al monumento è divenuta ricettacolo di immondizie e usata come latrina, anche per la mancanza di un cancello che potrebbe impedire l’accesso ai soliti vandali. I pali della luce sono fatiscenti come il fondo stradale dissestato seppur realizzato di recente, in occasione dell’ammodernamento della villa comunale. E’ questo il modo di onorare la memoria del nostro illustre concittadino? L’Amministrazione comunale, più volte sollecitata non ha provveduto ad adottare i necessari interventi di recupero e quanti si recheranno alla Cimitero, visitando la tomba di Luigi Razza per recitare una preghiera e deporre un fiore si indigneranno di tanto oblio e deprecabile abbandono.

Raffaele Blandino

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