Volley

La polemica, Mosna ricordi che le regole sono fatte di equilibri e vanno rispettate

La bomba alla fine è esplosa, ma l’innesco era già pronto da tempo. Che tra Mosna e Callipo non fosse tutto rose e fiori lo si sapeva da tempo.

I rapporti si erano incrinati. Già a marzo il presidente giallorosso aveva attaccato Diego Mosna, che allora ricopriva anche il ruolo di presidente di Lega, arrivando a chiedere il commissariamento. Mosna se l’è legata al dito e alla fine, alla prima occasione utile, ha fatto partire la controffensiva, offendendo una società sempre attenta e rigorosa e una città intera.

Il presidente di Trento, però, ha dimenticato che le regole – soprattutto quelle scritte – non possono essere derogate o cambiate a proprio piacimento e quando se ne ha bisogno in maniera diretta. Quando la Lega da lui presieduta impose quella dei palazzetti con oltre tremila posti per partecipare alla Superlega, non si pose assolutamente il problema strutturale del Mezzogiorno e tirò dritto, tanto da cacciare la Tonno Callipo da quella bomboniera che è il PalaValentia, che ha una capienza di 2.500 posti. Nessuna deroga, tuonò allora Mosna. E ancora adesso, specialmente adesso che gli impianti sono chiusi al pubblico, ci chiediamo il perchè di quella insensata decisione. Ma erano le regole, le norme e Callipo si è adattato ed oggi lo rivendica ad alta voce.

Il protocollo approvato da Fipav e Lega in merito all’emergenza covid19, dicono che le gare si giocano se ci sono fino a tre giocatori positivi – senza specificare se sono belli o alti, biondi o bruni – superata questa soglia le gare si rinviano. A queste regole si sono adattati tutti con grandi sacrifici. E Trento oggi ha tre positivi, quindi si gioca. Non importa se due sono i palleggiatori titolari. Altrimenti si cambia il protocollo, si modificano le regole, e al primo caso di covid si rinvia tutto. Per tutti.

Le regole che funzionano, funzionano perché hanno questa caratteristica, sono equilibri del gioco nella vita come nello sport. Sono situazioni nelle quali, dopo che ognuno ha fatto la sua scelta e dopo aver osservato le scelte di tutti gli altri, decide che la quella scelta è la migliore possibile. Si chiamano “equilibri” proprio perché in questi casi nessuno ha interesse a cambiare idea, a mettere in discussione il proprio comportamento, dato quello di tutti gli altri. Sono equilibri anche perché le aspettative sul comportamento in questi casi sono sempre corrette.

Caro Mosna, le regole esistono per questo. Le offese non servono allo sport e, quando si sbaglia, si chiede scusa.

La parola passa al campo, e che vinca il migliore!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *