Costume e società

Maxi risse organizzate sui social, un fenomeno da stroncare

Pugno duro del questore di Reggio Calabria contro otto ragazzi per gli episodi di Gioia Tauro e Campo Calabro.

O tempora, o mores! La frase di Cicerone, tratta dal quarto libro della sua seconda orazione contro Verre, divenuta proverbiale per rimpiangere le virtù passate e deplorare la corruzione imperversante nella propria epoca, disegna bene l’evoluzione (in negativo) data – a volte – dai social network.

Un utilizzo di tale fatta era abituale per tanti ragazzotti nel reggino, che utilizzavano i social per organizzare maxi- risse in vari centri della provincia. Un andazzo a cui ha inteso porre un freno il Questore di Reggio Calabria, sulla scorta della normativa per la “sicurezza urbana” che guarda alla vivibilità ed al decoro dell’ambiente cittadino.

Sono stati emessi otto provvedimenti di Divieto di accesso alle aree urbane nei confronti dei responsabili della rissa avvenuta in Gioia Tauro, e tredici provvedimenti sono stati emessi a carico dei ragazzi coinvolti nei fatti di Campo Calabro.

Il riferimento è a quegli episodi di “risse organizzate” che si sono verificati il 10 gennaio scorso nella centralissima Piazza Duomo a Gioia Tauro ed il 5 febbraio in Piazza Municipio e Piazza Nassiria a Campo Calabro.

I giovani coinvolti negli episodi si erano dati appuntamento attraverso i social network, incontrandosi senza alcun rispetto delle norme in materia di assembramenti e senza utilizzare le mascherine.

In entrambi i casi, che tanto risalto hanno avuto nella cronaca nazionale e locale, i giovani si erano dati appuntamento per scontrarsi brutalmente, anche con l’uso di oggetti contundenti, dando vita a scene violente e mettendo anche a rischio l’incolumità delle persone che già si trovavano in quei luoghi.

Tutti i soggetti erano stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di rissa, ed il Questore, con i provvedimenti adottati oggi, ha interdetto loro l’accesso ai pubblici esercizi e ai locali di pubblico trattenimento che si trovano in quei luoghi, nonché il divieto di stazionare nelle loro immediate vicinanze.

Il fenomeno non è nuovo. Le risse organizzate via social esistono da tempo e di solito si verificano nelle grandi città. Il copione è sempre lo stesso: la lite inizia sui social o nelle chat, poi si formano le fazioni e ci si dà appuntamento.

Quello che colpisce è l’età dei partecipanti, spesso quasi tutti minorenni, guidati da una mania di protagonismo e da quella voglia di dire “io c’ero”, così facile da esibire nel mondo dei social dove “i 15 minuti di popolarità”, profetizzati da Andy Warhol, si riducono a meno di sessanta secondi.

(l’immagine di copeetina è tratta dalweb)