Costume e società

La tradizionale festa in onore di Sant’Antonio a San Nicola da Crissa

Le tradizioni popolari si mantengono anche in tempi difficili come questo che stiamo attraversando e la chiesa testimonia come siano più forti del Coronavirus e delle guerre. Oggi, infatti la comunità religiosa si riunisce alle ore 18:00 nella chiesa del Santissimo Rosario per la tradizionale festa di Sant’Antonio. A causa delle limitazioni e i protocolli di sicurezza, la celebrazione si svolgerà nella chiesa di Largo Razza e dunque senza la tradizionale processione verso la chiesa Parrocchiale della statua raffigurante il Santo Portoghese. Al termine della celebrazione, officiata dal parroco don Antonio Pileggi, saranno benedetti i pani e distribuiti al popolo, sempre con le dovute precauzioni e messa in sicurezza.

La festa di Sant’Antonio è una celebrazione della confraternita del Rosario guidata dal priore Nicola Marchese e per l’occasione c’è la vestizione dei bambini con gli abiti del Santo, ma quest’anno solamente uno ha ricevuto la benedizione. La tradizione vuole che la festa di Sant’Antonio fosse preceduta da 13 martedì di preghiera e affonda le sue radici tra l’Ottocento e il Novecento per via della devozione della famiglia Manduca, poi passata Agazio e Teti.

Secondo quanto riportato dal compianto priore Domenico Carnovale, il cavalier Francescantonio Teti, aveva ereditato la statua dalla famiglia e dopo l’emigrazione del figlio Domenico “don Mimì” ha deciso di lasciare la statua alla confraternita. Infatti, per quasi un secolo era stata proprio la famiglia Manduca-Agazio-Teti a curare anche i festeggiamenti, che prevedevano le stesse rimostranze di oggi. La famiglia del dottor Teti, lascio alla confraternita anche un vano della casa paterna, dove oggi sorge l’ala laterale della chiesa. L’attività religiosa ha avuto sempre una buona partecipazione, anche in questo periodo, dove il paese è rimasto vuoto per via dell’emigrazione. Ancora oggi, per esempio, in Canada i sannicolesi rimangono fedeli al Santo di Padova e mantengono la tradizione anche per quel che riguarda il cibo da consumare durante i 13 martedì di Sant’Antonio.