Politica

Il Comune di Vibo aderisce al Patto salva città per uscire dal tunnel finanziario

Lo ha comunicato il sindaco Limardo, annunciando che al momento non è previsto alcun aumento Irpef oltre la soglia di legge.

Il Patto salva città, ovvero lo strumento studiato dal Governo Draghi per venire incontro ail comuni capoluogo di provincia che soffrono di gravi difficoltà di bilancio e sono sull’orlo del dissesto, di tirarsi fuori dal guardo con un aiuto statale subirdinato all’utilizzo di mezzi propri. Un pò come dire “aiutati che Dio ti aiuta”, che è il principio su cu si basa l’intervento cui il Comune di Vibo ha deciso di aderire. Uno strumento che prevede la possibilià di aumentare l’addizionale Irpef fino all’8 per mille (che il Comune di Vibo dichiara di non volere utilizzare se non in extrenma ratio) oltre a puntare ad una razionalizzazione della macchina burocratica.

Insomma si tratta di un’opportunità per avviare il risanamento finanziario che permetterà a Vibo Valentia di uscire dalle secche del dissesto e guardare al futuro con rinnovata fiducia, che il Comune guidato dal sindaco Maria Limardo non si è lasciata sfuggire. L’Ente ha infatti presentato nella giornata di ieri al Governo la richiesta di adesione al Patto, ovvero il complesso di misure per il riequilibrio finanziario previste dal decreto legge 50/2022 che implicano la sottoscrizione di un accordo per il ripiano del disavanzo.

L’adesione al Patto – si legge in una nota dell’amministrazione comunale – non è obbligata, bensì è il risultato di una ponderata valutazione di convenienza”.

Ora, in sede di conversione del decreto legge, sono in corso di discussione gli emendamenti proposti dall’Anci che prevedono lo stanziamento di un contributo complessivo di 350 milioni di euro per il periodo 2022-2031 per il ripiano del disavanzo dei Comuni che aderiscono al Patto. “Tale opportunità – ha rimarcato il sindaco Limardo – consentirebbe al Comune di impostare un percorso di riduzione del disavanzo con impatto minimo sui cittadini”.

Il piano presentato dall’Ente accoglie tutte le misure previste dal Patto. “Ci si propone di agire, in particolare, sul lato delle entrate, attraverso lo sviluppo della digitalizzazione, il rafforzamento della riscossione, la valorizzazione del patrimonio, e, sul versante delle uscite, attraverso la riduzione delle spese che non incidono sulla quantità e qualità dei servizi al cittadino, la riorganizzazione degli uffici, l’efficientamento energetico”.

In buona sostanza, si interverrà per efficientare la macchina amministrativa senza intaccare i servizi erogati al cittadino, in un’ottica di razionalizzazione delle spese. “Benché il decreto conceda ai Comuni aderenti la possibilità di incrementare l’addizionale comunale all’Irpef oltre i limiti di legge e l’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale per passeggero ha inoltre sottolineato il primo cittadino – l’Ente ha ritenuto di non avvalersi di tale facoltà per l’anno in corso, prevedendo soltanto come estrema ratio l’aumento dell’addizionale Irpef dal 2023 in poi. Nel caso in cui il contributo Anci venga concesso l’ente rimodulerà il piano agendo prioritariamente sulla riduzione dello sforzo fiscale per i cittadini”.