Nella bozza del provvedimento che entrerà in vigore dal 6 aprile accolta la proposta di Franceschini, peccato che lo sport non abbia ancora un ministro.
Cinema e teatri aperti fino alle 22 dal 27 marzo, musei aperti anche nei week end su prenotazione, mentre palestre, piscine e centri sportivi continueranno ad essere chiusi, mentre saranno chiusi nuovamente – in zona rossa – barbieri e parrucchieri: sono queste alcune delle nuove misure (schizofreniche) contenute nella bozza del nuovo dpcm che entrerà in vigore il 6 marzo e lo resterà fino al 6 aprile.
A fare discutere è soprattutto il via libera all’apertura di cinema e teatri dal 27 di marzo, in zona gialla, come aveva chiesto il ministro alla CulturaDario Franceschini. I tecnici nella riunione di ieri sera, ma la decisione definitiva arriverà il 12 marzo.
In zona bianca, una ipotesi molto difficile da verificarsi, riapre quasi tutto tranne stadi o discoteche o fiere dove possono verificarsi assembramenti.
“Il confronto con il CTS e le integrazioni ai protocolli di sicurezza potranno consentire, in zona gialla, la riapertura di teatri e cinema dal 27 marzo, Giornata mondiale del teatro, e l’accesso ai musei su prenotazione anche nei weekend” aveva twittato ieri il ministro Franceschini.
Accontentato. Dal 27 marzo, dunque, gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto sono svolti con posti a sedere assegnati su prenotazione e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi. L’altra condizione è che “siano approvati nuovi protocolli o linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento, approvati dal Ministero dei beni e delle attività culturali e validati dal Comitato tecnico-scientifico, che indichino anche il numero massimo di spettatori per spettacoli all’aperto e di spettatori per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala”, così si legge nella bozza.
Il ministro dello Sport cosa dice di tutto questo? Ah, non è stato ancora nominato… Mens sana in corpore sano, un brocardo latino che a Roma hanno dimenticato. Sembra che tutti abbiano una sorta di idiosincrasia per il mondo dello sport di base.