Città e ambiente

Dai giochi per i vicoli ai libri e alla pizza, così Aquila Rossa rianima Dasà

Una profonda programmazione unita a idee innovative che raccoglie il consenso di tutti. Ecco cosa ha fatto.

Non casualmente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato spesso in questi mesi di “crisi sanitaria, economica e sociale”del Paese. Se sulle dinamiche sanitarie ed economiche si combatte da più di un anno su quello sociale – quantomeno a Dasà – sembra non si sia mai registrato uno stop.

Merito del Movimento Aquila Rossa – sodalizio attivo nel paese – che ha lavorato alacremente, per il bene comune, da settembre ad oggi. Il direttivo ha cambiato la sua strategia riuscendo però a mantenere la sua identità. Da settembre ad oggi l’organizzazione ha garantito ben 10 progetti. Uno al mese, eccetto i mesi di febbraio e marzo, arco temporale in cui Dasà, dopo tanti contagi, è diventata anche zona rossa. Progetti che comunque, anziché annullare, il direttivo ha voluto caparbiamente recuperare. Ma sono alcune strategie a far capire meglio il lavoro del movimento commisurato al periodo.

Alcune iniziative, infatti, hanno attenzionato specifiche categorie sociali del paese che hanno risentito maggiormente della pandemia. Riuscendo però, simultaneamente, ad aiutare alcuni comparti professionali in crisi. Tutto con una logica dietro. Nella giornata mondiale della pizza ad esempio – lo scorso 17 gennaio – la pizza alle persone con disabilità gravi e non autosufficienti. Pizze acquistate ‘volontariamente’ dagli esercenti che le facevano nel comune. Al fine anche di aiutare quel settore Per la festa della mamma invece delle rose. Recapitate alle mamme ospiti della locale RSA.

Il fil rouge è stato lo stesso usato per le pizze. La donazione di libri, acquistati dalla casa editrice calabrese ‘Coccole books’ a favore della biblioteca scolastica. La “Caccia all’uovo di Pasqua” per i bambini della materna, finanziata, preparata e data in gestione alle maestre che, visto il valore di rinascita e resurrezione proprio del dono pasquale allegoricamente ha significato la rinascita del paese dopo la zona rossa. Riuscendo però a far divertire anche i bambini.In sintesi con una logica forte dietro si è fatto del bene, riuscendo però a valorizzare ed aiutare anche altre risorse del paese, regionali.

Tutto ciò non facendo mancare neanche giornate di prevenzione (come la mappatura nei, la valutazione fisioterapica). A ciò va aggiunta una visione economica eccellente.

Con progetti sostenibili in tal senso. Manifesto di quanto detto il ‘Presepe sociale’ di dicembre. Un presepe che, al posto dei pastori, vedeva i santi a riverire Gesù Bambino. Non santi normali, santi che nel corso delle passate pandemie si sono contraddistinte in opere caritatevoli. Un segnale di speranza.

Il Movimento ha acquistato i santi, vendendoli però – insieme all’opera – passato il Natale. Riuscendo così non solo a rientrare ma anche ad avere il budget necessario qualora per il prossimo Natale si voglia proporre un progetto similare ma diverso negli interpreti. In nome di quella innovazione, peculiarità del gruppo.

Contenuti, quelli succitati, che hanno capire come non si tratti di improvvisazione o fortuna ma di una profonda programmazione. Nel gruppo infatti ognuno ha un ruolo preciso. La persona addetta alle comunicazioni – la pagina facebook, senza gli inviti classici è raddoppiata nei like – l’ addetta alla fotografia, l’addetta al rapporto con i soci, quello ai manifesti e via di questo passo. Un unicum, quantomeno nella zona. Non è un caso se oltre gli immancabili complimenti ad oggi il Movimento rappresenti un vero e proprio modello.

Le sue battaglie e le sue strategie sono viste con sempre maggiore interesse dalle persone e altre associazioni. E, non può essere un caso neanche questo, il Movimento, nella quasi totalità delle iniziative, va a braccetto con l’Amministrazione comunale, guidata da Raffaele Scaturchio, la Parrocchia, guidata dal parroco Don Bernardino Comerci e la scuola con la dirigente Concetta Perri. Segno di una fiducia crescente anche in chi occupa ‘ruoli chiave’ nel paese.