Attualità

Cinque anni fa la scomparsa di Maria Chindamo. Oggi un sit in davanti al cancello della sua azienda a Limbadi

Sono passati cinque anni dalla scomparsa di Maria Chindamo ed ancora del suo corpo –perché le possibilità di ritrovarla in vita sono considerate nulle – non c’è traccia. L’imprenditrice di Laureana di Borrello è uscita di casa alle sette del mattino del 6 maggio 2016 e da quel momento di lei non si è saputo più nulla.  Questa mattina, quest’anno così come lo scorso anno, un Sit-in promosso da Agape, Libera, il comitato Controlliamo Noi Le Terre Di Maria e Penelope Italia Odv. Insieme a loro, al fianco dei familiari di Maria Chindamo, associazioni, istituzioni, semplici cittadini testimoni di giustizia e familiari di altre vittime di mafia, sindaci per condividere la richiesta di verità e di giustizia, ma anche raccogliersi in un momento di riflessione, di memoria, di confronto per consolidare percorsi già intrapresi.

Nel rispetto delle normative previste, davanti all’azienda di Maria Chindamo, in contrada Montalto a Limbadi, si sono raccolti rappresentanti istituzionali e di governo. Prima dell’intervento di Vincenzo Chindamo, fratello di Maria, hanno preso la parola, coordinati da Giulia Melissari progetto educazione civica Agape, il sottosegretario Dalila Nesci, Stefania Paparo, presidente regionale di Penelope Italia; Don Ennio Stamile del Coordinamento regionale di Libera; Giovanna Vingelli, del Centro Women’s Studies Milly Villa, dell’Università della Calabria; Sabrina Garofalo, del gruppo “Controlliamo Noi le terre di Maria Chindamo”. Concluderanno la giornata le studentesse e gli studenti.

Presenti il Prefetto di Vibo Valentia, Roberta Lulli, il questore Raffaele Gargiulo, i comun di Rosarno, Limbadi, Laureana di Borrello, S. Onofrio, Pizzo, il Capo Centro DIA di Reggio Calabria, Col. Massimo Chiappetta, il comando provinciale dei Carabinieri ed comandante della stazione, i rappresentanti del comando provinciale della Guardia di Finanza. Molti i ragazzi presenti, studenti delle tantissime scuole che hanno aderito all’iniziativa.

Momenti di grande partecipazione e coinvolgimento nel discorso di don Ennio Stamile, referente regionale di Libera, che ha ripercorso quelli che comunque rimangono passaggi importanti nel progresso negli anni di una sensibilità popolare sempre più marcata nella lotta contro la ‘ndrangheta

“Chi sa parli” è l’accorato invito di don Ennio Stamile: un invito forte, una preghiera, ma anche un inno che diventi riscatto per tutta la società calabrese, sempre più cosciente nella volontà di affrancarsi definitivamente dalla morsa della criminalità organizzata.

Infine, il momento più emozionante, più toccante, con le parole di Vincenzo, il fratello di Maria Chindamo.