Opinioni

C’è chi dice sì… al muro intorno alla scuola. Perché le scuole devono stare dentro un recinto

Lettera di un genitore al sindaco di Vibo Valentia sulla questione del muro che circonda il plesso Garibaldi Don Bosco.

Fa piacere che si apra un dibattito intorno ad iniziative che riguardano il quotidiano di ciascuno. Ancor di più fa piacere se l’opinione che offriamo alla lettura sia contraria alla nostra opinione (alla nostra linea editoriale, direbbero quelli che sanno palar bene!), già espressa su queste pagine. Ci permettiamo solo di invitare il lettore di arrivare fino in fondo, perché, come ci compete, al termine della lettera aggiungeremo alcune precisazioni (nonché a correggere alcune inesattezze storiche) necessarie per completezza di informazione. Ecco il testo della lettera al sindaco.

Gent.mo Sindaco di Vibo Valentia,

dopo aver letto la determina Dirigenziale  del Responsabile del Settore, dott. Domenico Libero Scuglia, avente ad oggetto la demolizione di una porzione del muro di recinzione della Scuola “Complesso Garibaldi-Don Bosco” di Vibo Valentia, mi permetta di esprimere alcune considerazioni dettate preliminarmente da una certa preoccupazione per la sicurezza e l’incolumità di tutti quei bambini che frequentano i plessi in  questione.

In particolare, mi permetta di contestare, quale genitore, la scelta operata dal Comune di Vibo Valentia in quanto la stessa osta con le disposizioni in materia di edilizia scolastica che prevedono la necessità di idonee recinzioni degli edifici scolastici, non scavalcabili e prive di elementi appuntiti.

Questo, ovviamente, al fine di tutelare l’incolumità dei bambini e proteggerli, dunque, dalle persone non autorizzate ad entrare, da eventuali danni fisici e ferimenti ed impedire la fuoriuscita incontrollata dei minori medesimi.

In un siffatto contesto, pertanto, più che ad una demolizione si sarebbe dovuto pensare alla ricostituzione di quel cancello che un tempo recintava anche il retro del “Complesso Don Bosco-Garibaldi” e che, purtroppo, le passate Amministrazioni hanno ingiustamente deciso di abbattere, oppure alla costruzione di un muro che quantomeno possa recintare il cortile della Scuola e separarlo da quell’area parcheggio che in questi anni si è venuta  a creare.

L’apertura di tale varco, infatti, permette oggi il libero accesso ad animali e persone che, purtroppo, sporcano e danneggiano i luoghi frequentati dai nostri bambini.

La stessa Area Giochi che questa Amministrazione Comunale ha di recente creato all’interno del Cortile della Scuola è praticamente inutilizzabile poiché il prato è sempre colmo di escrementi di animali e/o di bottiglie lasciate dagli incivili che di sera ivi bivaccano.  

Non di minor rilievo è poi l’ulteriore considerazione che suscita la decisione in esame e concernente il fatto che il muro di recinzione che si vorrebbe abbattere rappresenta, invero, un bene di interesse storico realizzato nel 1934 per volere di Luigi Razza, allora Ministro dei Lavori Pubblici del Regno d’Italia, che rende il complesso scolastico armonioso e che si configura anche quale vanto artistico per la città di Vibo Valentia.

Ora, stando così le cose e vista la frequenza con la quale il Comune di Vibo Valentia si avvale di soggetti esterni all’Ente, strano è che questa volta non si sia fatto ricorso alla nomina di un assistente al R.U.P. esterno all’amministrazione. Forse, se nominato, questi, in quanto presuntivamente dotato di specifiche competenze di carattere tecnico, economico-finanziario, amministrativo, organizzativo e legale, avrebbe potuto chiarire al Responsabile Unico del Procedimento la fondamentale importanza di tale muro.  Certo, magari questa volta la nomina sarebbe potuta avvenire nel rispetto di quanto prevede l’art. 31 del D.Lgs 50/2016, vale a dire, accertando ed attestando, prima di conferire incarichi in affidamento diretto o di avviare avvisi pubblici per la creazione di short list, la carenza di soggetti in possesso della specifica professionalità necessaria per lo svolgimento dei compiti propri del RUP all’interno dell’Ente medesimo. Ma questo è un altro argomento!

Per il momento, auspico vivamente che Lei intervenga per l’annullamento della determina di che trattasi.

Dott.ssa Maria Rosaria Nesci

Nota del Direttore a margine della lettera:

A prescindere che siamo contrari ai recinti finanche negli zoo, ci permettiamo di tranquillizzare la genitrice sul piano della sicurezza. Sebbene Vibo Valentia non sia il Bronx – ed ancor meno lo è il centro cittadino con la piazza del Municipio – tuttavia il sindaco Maria Limardo ci ha fatto sapere che il progetto di rivitalizzazione di Piazza Martiri d’Ungheria già prevede, proprio sul piano della sicurezza, l’installazione di telecamere, nonché il rifacimento il miglioramento dell’illuminazione, Insomma, un lavoro tale che, dichiara testualmente il sindaco: “Non solo le famiglie, ma anche i commercianti saranno felici di una ritrovata vitalità della piazza!”.

Per quanto riguarda la tutela di un bene storico, quale dovrebbe essere questo muro che la dott.ssa Nesci data nel 1934 per volere del Ministro del tempo Luigi Razza, è necessario ripristinare la verità storica. Il palazzo che ospita le scuole non fu concepito dal Ministro Razza come plesso scolastico, ma come sede di uffici amministrativi di Ente Pubblico (il progetto era legato all’elevazione di Vibo Valentia a Provincia, disegno che a quel tempo non si realizzò per la morte prematura a causa di un incidente aereo – in circostanze, tra l’altro, mai completamente chiarite – dello stesso ministro), come si può constatare dalla visione dei progetti custoditi negli archivi comunali (e come può confermare il nipote del direttore dei lavori del tempo, geom. Guglielmo dell’Aira, esistendo in proposito una tesi di laurea presentata alla facoltà di Architettura dell’Università di Venezia) il disegno originario non prevedeva né muri né recinzioni, che furono inserite posticce negli anni ’50.

Tutto ciò viene precisato perché, se le opinioni sono tutte rispettabili e da rispettare, la verità storica è sacra e non può essere distorta a fini personali.

Maurizio Bonanno

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