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Amministratori sotto tiro, Calabria quarta per intimidazioni

Il report di Avviso pubblico presentato nella sede della Fnsi. Sono 42 i casi registrati nel 2022

In Calabria 42 atti intimidatori nel confronti degli amministratori pubblici nel 2022. A dirlo il report curato da Avviso Pubblico e presentato stamane a Roma nella sede della Fnsi. La nostra regione è quarta nella graduatoria nazionale dopo Sicilia (50 casi censiti), Campania (49) e Puglia (48). Negli ultimi cinque anni, dal 2017 al 2021, il primato è stato tenuto dalla Campania, quest’anno superata dalla Sicilia. 

Le quattro regioni “a tradizionale presenza mafiosa” – che hanno fatto registrare assieme il 58% dei casi censiti su scala nazionale – seguono tendenze diverse fra loro: in netto calo gli atti censiti in Campania (-32% rispetto al 2021), stabili Sicilia e Calabria, in aumento la Puglia (+17%). La Lombardia (23 casi) mantiene il titolo di regione piu’ colpita dell’area Centro-Nord, davanti al Veneto (19). Seppur in forte calo rispetto al 2021 (-42%) Napoli conferma lo status di territorio provinciale maggiormente colpito, con 26 casi, davanti ad Agrigento (18), Lecce (15), Foggia (12), Reggio Calabria (12), Caserta (11), Crotone (11), Bari (10), Cosenza (10) e Milano (9). 

Analizzando i contesti territoriali emerge la presenza di due Paesi diversi, in cui l’amministratore locale del Mezzogiorno deve fronteggiare intimidazioni e minacce veicolate in modalità molto differenti rispetto a quelle di un collega del Centro-Nord. Gli incendi, prima tipologia di minaccia al Sud e nelle Isole (un caso su quattro), non sono fra le cinque tipologie più riscontrate nel Centro-Nord e rappresentano appena il 5% dei casi in quell’area. Analogamente scritte offensive e social network, che insieme raggiungono il 55% dei casi censiti al Centro-Nord, al Sud e nelle Isole rappresentano appena il 14% delle intimidazioni censite in quell’area. 

Il 21% dei 326 casi censiti da Avviso Pubblico nel 2022 sono avvenuti in comuni che in un passato più o meno recente sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose. Questi atti intimidatori hanno coinvolto ben 44 Comuni (14 in Calabria, 13 in Campania, 11 in Sicilia  e 6 in Puglia). Il 45% dei casi censiti l’anno scorso si è verificato in Comuni al di sotto dei 20mila abitanti, il 34% in Comuni con oltre 50mila abitanti e il restante 21% in Comuni tra i 20mila e i 50mila abitanti.